Sergio Risaliti cura Ytalia al Forte Belvedere e no, in questo titolo non c’è nessun errore di ortografia: lo strano spelling con la Y è voluto e deriva da un aneddoto che ha a che fare nientedimeno che con Cimabue. Proprio lui, al margine di una rappresentazione di Roma, scrisse Ytalia come a certificare per la prima volta con questo gesto l’esistenza di una vera e propria identità italiana. L’intento dell’esposizione è quindi il medesimo di Cimabue: conferire un’identità all’arte italiana, ma questa volta l’obiettivo è focalizzato su quella contemporanea. Con le opere di dodici fra i maggiori artisti dei nostri tempi saranno connessi otto spazi fra giardini, musei e luoghi dell’architettura fiorentini instaurando un intenso binomio fra antico e moderno. Fra le altre sarà esposta Calamita cosmica di Gino de Dominicis, l’enorme scheletro umano – di ben 24 metri – anatomicamente curato in ogni particolare, se non fosse per l’aggiunta di un enorme becco sul teschio, che tiene in mano un’asta di ferro dorata rappresentante la calamita che mette in contatto lo scheletro con il mondo cosmico.
Geschrieben von Domitilla Argentieri Federzoni