L’immagine più ricorrente quando si torna con il pensiero a Città della Scienza è quello delle fiamme che avvolgono i capannoni, fiamme alte e impietose che nel marzo 2013 hanno illuminato a giorno una delle notti più tristi della città. Simbolo di riscatto e di eccellenza, fiore all’occhiello di una Napoli filantropa che lasciava a bocca aperta adulti e bambini, ridotta, da una mano vile e ignota, a uno scheletro fumante. Su quell’ammasso di cenere e di rabbia verrà costruito un nuovo Science Center, ancora più grande e ancora più bello, come in quelle favole a lieto fine in cui i grandi tornano bambini e quest’ultimi con gli occhi spalancati non smettono le loro interminabili “O” di stupore.
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