Si chiama Fotonica ed è il primo archivio di immagini con uno stock che evita le rappresentazioni standardizzate, in ambiti come sport, moda, lavoro, educazione e cultura. Il progetto è di Comunicattive, agenzia bolognese che da molto tempo si occupa di comunicazione di genere evitando gli stereotipi sessisti, razzisti, abilisti e omolesbobitransfobici che spesso caratterizzano le campagne di marketing.
Cercando “violenza contro le donne”, ad esempio, le immagini più comuni mostrano figure femminili in situazioni di sottomissione; le persone con corpi non conformi agli standard di magrezza sono spesso ritratte in contesti di dieta; chi studia all’università è tipicamente rappresentato come non disabile; le professioni prestigiose vengono ancora associate a corpi maschili e bianchi, ecc.
„Nel nostro lavoro – spiega Elisa Coco – ci scontriamo quotidianamente con la difficoltà di trovare immagini (foto e illustrazioni) che non siano stereotipate. Nelle varie campagne che abbiamo curato abbiamo sempre lavorato per trovare delle alternative, ma a un certo punto abbiamo capito che per realizzare un cambiamento diffuso era necessaria una piattaforma per rendere accessibili immagini diverse e plurali a chiunque si occupasse di comunicazione. Non c’era, e quindi l’abbiamo inventata”.
Fotonica, diventata ormai una vera start-up, ospita già diverse collezioni tematiche e una serie di contributi artistici, tra cui opere di Cristina Portolano, Michela Sartini, Chiara LaScura, Francesca Gallina, Francesca Poggioli, Meriodoc, Luciana Passaro, M.G. Posani e FRAD. Attualmente, la piattaforma raccoglie circa 400 immagini, con piani di ampliamento continuo attraverso nuove call e collaborazioni.
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