Che cosa significa oggi abitare uno spazio? È una domanda che tocca alcune delle questioni più urgenti del presente così come il linguaggio del fumetto, che a Bologna per quindici anni è stato indagato dal festival BilBOlbul. La nuova creazione dell’associazione Hamelin, Ad Occhi Aperti. Disegnare il contemporaneo, raccoglie quell’eredità e la sviluppa in modo nuovo, non come evento, ma come progetto di ricerca sul disegno e fumetto contemporaneo attorno a un argomento specifico, in tal caso l’abitare.
Il nuovo percorso (o „non festival“ come l’hanno chiamato) che si svilupperà dal 23 al 26 novembre, ha come sottotitolo Qui? Come abitare oggi? e prevede mostre (qui l’elenco completo), incontri pubblici, workshop e produzioni artistiche che aprono una riflessione sulla relazione tra noi e gli altri, lo spazio e il futuro che vivremo.
„L’incertezza circa l’abitabilità del pianeta; la dialettica tra spazio reale e virtuale, dove il secondo si rivela il più abitato nella quotidianità; l’esperienza di una pandemia che ha mutato il modo di vivere la casa; la trasformazione di tante città che si offrono al mercato della mobilità di massa. Come si pone il fumetto di fronte a queste trasformazioni? E ancora: quanto è presente l’abitare nelle storie a fumetti che leggiamo? E in che modo questo tema si esprime visivamente? Sono queste – dice Emilio Varrà di Hamelin – le domande alla base di questa edizione di Ad occhi aperti“.
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Qui? Come abitare oggi? è anche la mostra collettiva nella Sala Museale E. Possati al Baraccano che apre nella giornata di anteprima della manifestazione, il 18 novembre alle h 19.30, con le opere di 5 autrici e autori – Jérôme Dubois, Marijpol, Erik Svetoft, Lisa Mouchet e Sammy Stein – che hanno lavorato sulle diverse dimensioni dell’abitare mettendo in scena uno squilibrio nuovo nel rapporto tra esseri umani e spazio, caratterizzato da perdita di controllo e impossibilità di leggere e prevedere il mondo: Jérôme Dubois esplora la fascinazione per le rovine; Marijpol indaga nuove forme di cura; Erik Svetoft deforma spazi quotidiani per trasformarli in specchi distorti del nostro mondo; Lisa Mouchet rappresenta interni e paesaggi che gradualmente prendono il sopravvento sui personaggi infine Sammy Stein porta il fumetto agli estremi della sperimentazione con una installazione che, a partire da una fanzine prodotta appositamente per “Ad occhi aperti”, porta la narrazione fuori dall’oggetto libro giocando con stoffe in grande formato da leggere come vignette.
Accanto alla collettiva, c’è anche Senza essere visti, produzione artistica frutto della collaborazione, tra la fumettista Eliana Albertini e la fotografa Valentina D’Accardi: combinando linguaggi diversi, le due raccontano l’abitare attraverso il rapporto con gli oggetti e la dimensione intima degli spazi quotidiani.
A queste si aggiungono le due personali Quando l’ho visto era illuminato, mostra di Samuele Canestrari, che inaugura giovedì 23 novembre, ore 20 all‘Inuit Atelier e Venetian Lens la mostra di Miguel Vila allo Spazio Canicola presso la Casa del Custode del Parco della Montagnola (inaugurazione sabato 25 novembre alle 20.30).
Moltissimi poi gli incontri, tra cui segnaliamo in particolare quelli del ciclo “Confini, Conflitti, Comunità”, quattro dialoghi che approfondiscono il discorso sull’abitare attraverso differenti prospettive, dal disegno alla sociologia, dalla critica letteraria all’antropologia.