La brutta notizia è arrivata ieri sera: Bruno Pompa, storico direttore artistico del Cassero non è più tra noi. Bruno, da tempo malato, è stato una delle anime di quel circolo che da „bar della periferia di Los Angeles sui viali“ – come lo chiamava lui – divenne alla Salara un luogo simbolo per tutta l’Europa. Merito anche del suo modo di curarne la discoteca dal 2002 al 2015 elevandola a elemento di cambiamento sociale, capace di unire il pubblico non in base ai propri gusti sessuali – come magari avveniva spesso in Porta Saragozza – ma per quelli musicali, facilitando quindi l’incontro tra le diversità.
«All’inizio – ci raccontava Bruno tempo fa – gli insulti, le piccole scintille che possono accadere tra etero e gay in uno spazio affollato venivano vissute come un’invasione di campo. „Perché dobbiamo far venire a casa nostra quelli che non ci vogliono?“, si domandavano in molti. Ma la sfida era proprio quella e col tempo il pubblico è diventato sempre più educato e questo ha creato un’atmosfera difficile da trovare altrove in Italia».
Con Bruno se ne va una lunga e divertente storia, fatta di mille aneddoti e momenti memorabili: «Una volta mi fece contattare Dj Hell – ricordava Bruno – lamentandosi che non l’avevamo mai chiamato. La ragione era ovviamente che non potevamo permettercelo, allora lui mi scrisse letteralmente che per i soldi gli potevo dare „la cifra che davo all’amica mia Ellen“. Questo fu il contratto. Da una difficoltà a trovare gli ospiti, passammo quindi a doverli arginare. Ma ciò ci permise di fare anche scelte meno scontate, tipo concentrarci su dj omosessuali o lesbiche oppure di incastrarci in alcune follie. Una volta, per dirne una, facemmo una serie di 18 flyer per 18 serate, flyer giganteschi in cartone ognuno dei quali doveva comporre con una lettera evidenziata in rosso contenuta all’interno del nome del dj una frase volgare contro la chiesa. Per cui, per 18 settimane, ho dovuto cercare dj che avessero la lettera che mi mancava. Le agenzie pensavano fossi matto, ma alla fine ce l’abbiamo fatta».
Ciao Bruno, ci mancherai tantissimo.