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All’Accademia un ciclo di incontri con Tim Ingold, Tomás Saraceno, Marjetica Potrč e altri

Geschrieben von La Redazione il 3 November 2025

Una veduta interna della spazio espositivo di Galleria Continua presso Moulin Saint Marie (Francia) © ABA Catania

ART.ITArt in Transition. Le arti tra sostenibilità ambientale e innovazione digitale arriva a Bologna con un ciclo di incontri dedicati a grandi protagonisti dell’arte e della cultura internazionale, in programma a partire dal 5 novembre 2025. Le conversazioni, aperte al pubblico e ospitate nell’Aula Magna dell’Accademia di Belle Arti di Bologna, vedranno la partecipazione di figure di spicco del panorama culturale e artistico contemporaneo: l’antropologo Tim Ingold, lo studio di progettazione e innovation design ecoLogicStudio e artisti di fama internazionale come Tomás Saraceno, Marjetica Potrč, Caretto/Spagna.

Attraverso questi dialoghi, ART.ITArt in Transition esplorerà processi artistici legati alla sostenibilità ambientale, pratiche collaborative e approcci etici orientati alla relazione con l’altro, delineando nuove prospettive per l’arte contemporanea nel contesto delle grandi transizioni del nostro tempo.

Si parte mercoledì 5 novembre alle ore 17 con Marjetica Potrč (Lubiana, 1953), artista e architetto slovena nota per il suo approccio interdisciplinare che fonde arte, sostenibilità e pratiche partecipative. Le sue opere affrontano temi come ecologia, urbanistica e autosufficienza. Ha esposto in Biennali e musei di tutto il mondo. È stata docente in diverse università europee e americane, tra cui MIT e IUAV, e ha ricevuto prestigiosi premi come l’Hugo Boss Prize e la Medal for Merit della Slovenia.

Il secondo incontro, programmato per venerdì 14 novembre alle ore 11.30, vede protagonista Tomás Saraceno (San Miguel de Tucumán, 1973), artista e architetto argentino, che lavora tra arte, scienza e sostenibilità, proponendo visioni alternative per un futuro più etico e interconnesso. Le sue installazioni coinvolgono elementi non umani come ragni, piante, polveri e api, in un invito a ripensare la relazione tra specie e ambienti. Fondatore dei progetti Aerocene e Arachnophilia, ha esposto nei maggiori musei internazionali e partecipato a Biennali e forum globali.

Lunedì 17 novembre alle ore 17, si prosegue con Caretto/Spagna (Andrea Caretto, 1970 – Raffaella Spagna, 1967), attivi dal 2002 e pionieri dell’arte ecologica. Il duo lavora con materiali naturali e processi collaborativi, esplorando le relazioni tra uomo, ambiente e materia. Le loro opere indagano trasformazioni del paesaggio e processi di domesticazione. Collaborano con università e istituzioni artistiche, e sono tra i fondatori della Fondazione Pianpicollo Selvatico e dell’associazione Diogene di Torino.

Il quarto incontro, previsto per mercoledì 10 dicembre alle ore 17, vedrà l’intervento di Timothy Ingold (Kent, 1948), antropologo britannico e professore emerito all’Università di Aberdeen. Studia la percezione ambientale, la creatività e i rapporti tra umani, animali e tecnologia. Ha ridefinito il concetto di cultura come ecologia delle relazioni, fondendo antropologia, arte e architettura. Tra i suoi libri: Ecologia della cultura, Siamo linee, Il futuro è alle spalle. Tiene conferenze internazionali ed è riferimento nel pensiero ecologico contemporaneo.

A gennaio 2026, è programmato l’ultimo appuntamento con protagonista ecoLogicStudio, visionario laboratorio di progettazione e innovation design fondato a Londra da Marco Poletto e Claudia Pasquero. La loro pratica integra biotecnologia, algoritmi di intelligenza artificiale e sistemi viventi come alghe e biomateriali per sviluppare soluzioni urbane carbon-neutral e rigenerative. Tra i progetti più noti: la piattaforma di ricerca Photosynthetica, dedicata all’integrazione della fotosintesi nei sistemi urbani, e Deep Forest, in cui il design biodigitale ridefinisce l’architettura attraverso l’intervento di miceli e microalghe, recentemente presentata al Louisiana Museum (Danimarca) per la mostra Living Structures della serie „Architecture Connecting“, che mette in luce l’evoluzione dell’architettura in un’epoca di crisi climatica e le sfide sociali, culturali e politiche che questa realtà pone.