Bologna è alle prese con il fango. Dopo la violenta alluvione di sabato scorso, 19 ottobre 2024 (la quarta in un anno e mezzo), che ha fatto straripare in più punti i torrenti Ravone, Savena, Zena e Idice, allagando cantine, strade, garage e piani bassi, si iniziano a contare i danni.
Molte abitazioni sono tutt’oggi senza gas ed elettricità e, anche se alcune strade sono già ritornate a una situazione di apparente normalità, ci vorrà ancora molto per liberarsi dalla paura.
Come si spiega sul sito dell’Arpae, in poche ore è caduta la pioggia di due mesi, un fenomeno inaspettato anche per gli esperti, ma che ci mette davanti alla cosiddetta „nuova normalità“ provocata dai cambiamenti climatici. Le soluzioni esistono, ma – come spiegano alcuni esperti a Radio Città Fujiko – non sono semplici.
Nel frattempo si è attivata dal basso la macchina della solidarietà, con centinaia di volontarie e volontari riunitisi attorno a diversi gruppi come PLAT – Piattaforma di Intervento Sociale che ogni giorno coordina gli aiuti in Piazza della Chiesa di San Paolo.
Il Comune stesso ha predisposto un modulo per chi volesse dare una mano e la Città metropolitana di Bologna ha promosso una raccolta fondi straordinaria (IBAN IT38 F030 6902 4771 0000 0300 304 intestato a “Città metropolitana di Bologna emergenza alluvione” con causale “Alluvione 2024”. Per donazioni dall’estero Bic Swift BCITITMM.)
Per sabato prossimo, sabato 26 ottobre, è stata invece organizzata una manifestazione regionale dal titolo Non è maltempo, ma crisi climatica che vede tra i promotori il Comitato Besta, Rete Emergenza Climatica e Ambientale ER, Legambiente e altri. Ritrovo alle h 14.30 in Piazza dell’Unità per arrivare davanti al Nettuno.
Qui il racconto fotografico di Giovanna Dell’Acqua.
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