Il Capodanno cambia ancora. Dopo la discussa playlist in filodiffusione di Calcutta dello scorso anno, si ritorna alla „bolognesità“. Saranno, infatti, bolognesi i dj – scelti dall’Assessorato alla cultura dopo essersi spontaneamente proposti – che selezioneranno la musica la sera del 31 dicembre 2018 in Piazza Maggiore, un po‘ come un paio di anni fa, quando però Dj Rou e Nas1 furono selezionati da una commissione esterna ad hoc. Alla consolle si alterneranno, quindi, i membri del Collettivo Musicalista Petroniano, ovvero Davide Cassoli Cash DJ, Alessandro Murisciano Muri DJ, Daniele Palmieri Dano Deep DJ, Stefano Malaisi DJ, Rodolfo Candi Kando DJ e Luigi Giusti DJ.
Nel comunicato del Comune compaiono come „famosi per essere protagonisti dei locali più amati della città„. Noi onestamente non li conosciamo, ma forse ci è sfuggito qualcosa. Compito specifico dei Petroniani, „far ballare e divertire tutti„. Ci sta per un Capodanno di piazza, ma consentiteci un po‘ di nostalgia ricordando Peter Hook, Barry Myers alias dj Scratchy o Carl Barat. Considerando anche che in quei casi la spesa fu attorno ai 150mila euro, quasi la metà rispetto agli attuali 240mila euro, anche se stavolta ci sarà solo un „simbolico rimborso spese per i dj“, ci dicono dal Comune (l’anno scorso il costo complessivo fu di 110mila euro, con i famosi 5mila per la playlist). Soldi che però, a differenza del passato, saranno spalmati su un calendario più ampio di eventi, 5 giorni che vanno sotto il nome di „Dancin’Bo„, un format „che coinvolgerà oltre 400 danzatori e più di 25 realtà tra scuole di danza, associazioni culturali e sportive, e compagnie professionali per una kermesse che si articola in 16 diversi luoghi della città“.
„Format – afferma l’assessore alla Cultura e promozione della città Matteo Lepore – che vuole davvero invitare tutti a partecipare, un progetto che coinvolge la città dal centro ai quartieri. Un’idea che intendiamo sviluppare anche nei prossimi anni, aprendola quanto più possibile alle proposte della comunità“.
Lindy pop, tango, danza classica, valzer, break dance, balli di gruppo, latino americani, folk, etnici e tradizionali non solo nelle piazze, ma anche in locali come il Mercato Sonato, il centro Montanari, l’Arci Benassi e il TPO. Non mancherà ovviamente un omaggio a Lucio Dalla.
Cambia anche il Vecchione, non più affidato a un artista, ma ideato durante un laboratorio di tre giorni aperto a tutti, bambini compresi, coordinato da Cantieri Meticci e MAMbo e realizzato con oggetti di scarto come porte, armadi, cassetti che potranno essere donati dal 2 al 16 dicembre in tre diversi luoghi della città (Piazza dei Colori, Giardino del Cavaticcio e il „Treno“ della Barca).
Insomma, non mancherà certo la qualità, ma quel che risalta ai nostri occhi è la quantità. E il messaggio che ci pare di percepire sotto le righe è che la qualità sia solo per pochi, mentre per non escludere nessuno ci sia bisogno di aprire al popolare. Può essere, ma la forza di Bologna è sempre stata nell’equilibrio di questi concetti.