Dopo centinaia di concerti con band italiane e internazionali provenienti dall’underground, eventi e serate elettroniche, il Circolo D.E.V. ha annunciato che chiuderà all’inizio di dicembre prossimo. Una scelta che è una presa di posizione contro la trasformazione del centro storico in quelle che chiamano „mangiatoie per turisti“.
Luca Rocco e Francesco Flagiello, entrambi trentenni, avevano aperto il loro club in via Capo di Lucca 29 a settembre 2020, in piena pandemia e nonostante il momento difficilissimo per la musica dal vivo: „Non come impresa – affermano -, ma come insieme di persone che credono in un modo radicale di fare le cose, per la forte necessità di creare spazi sicuri e liberi“. In pochi anni il D.E.V. (acronimo per Diverse Entertainment Vision) è diventato un punto di riferimento per la scena DIY, uno dei pochissimi club di musica live in centro (l’unico a battere i territori del noise e del rock) con una programmazione senza sosta che nei mesi estivi ha toccato anche altri luoghi, come il parco del Centro Sportivo Bonori o il Podere Canova sui colli, a pochi metri da Monte Donato (sotto il nome di Tenuta Bene).
I fatti che hanno portato alla decisione di abbassare le serrande ce li ha raccontati Luca:
«Abbiamo iniziato ad avere un po‘ di problemi dall’estate scorsa, quando il Comune ci ha comunicato di aver ricevuto degli esposti da alcune persone del vicinato a causa della musica che secondo loro era a volume troppo alto e del presunto „casino“ della gente che sostava in strada. Quello è stato il punto di partenza per sollevare la questione della problematicità della presenza del DEV in quel luogo lì. Bisogna tener conto che noi chiudiamo a mezzanotte, la musica finisce alle 23, il nostro pubblico non è composto da ragazzini che si lanciano le bottiglie addosso e che vomitano per la strada e che intorno a noi ci sono bar aperti fino alle 3 del mattino dove spesso le serate non finiscono proprio benissimo. Si può dire, quindi, che siamo i più educati dell’area e che quella via l’abbiamo addirittura migliorata. Perciò la cosa ci è sembrata abbastanza assurda.
Abbiamo comunque provato a mediare con il Comune, riducendo la programmazione al minimo, con degli orari – ripeto – che sono assolutamente controproducenti rispetto all’attività che gestiamo, perché, si sa, in un club l’incasso del bar parte da mezzanotte e non alle 7 di sera. Ma niente. A un certo punto abbiamo capito che non c’erano più le condizioni per continuare senza snaturarci. Ci hanno proposto di mettere degli street tutor che allontanassero le persone appena uscivano e questo non lo potevamo accettare, sia perché nessuno di noi frequenterebbe mai un posto così, ma anche perché avrebbe influito negativamente sulla vitalità stessa del circolo. Una delle opzioni era andare per vie legali, ma proprio non ce la siamo sentita di combattere così tanto per mantenere una presenza che invece dovrebbe essere tutelata in primis dal Comune e visto che esiste un Piano della Notte che dovrebbe servire a questo.
Considerato perciò l’andazzo generale della della città e quello che sta diventando il centro, abbiamo preferito operare un taglio netto.»
Il Piano della Notte è il programma di attività promosso dalla vicesindaca e delegata all’Economia della notte, Emily Clancy per affrontare la gestione dell’economia e della vita notturna della città considerandone tutti i molteplici risvolti (economico, culturale, sociale, di vivibilità e sicurezza) e provare a trovare un equilibrio tra chi lavora, chi si diverte e chi abita e riposa. Un percorso partito con alcuni focus group che hanno coinvolto gestori di locali, comitati di residenti, studenti e altri operatori di servizi notturni, compreso lo stesso Circolo D.E.V.
«Abbiamo partecipato ad alcuni incontri, ma starci dietro per noi non era cosa semplice – continua. Gestire un circolo come il nostro richiede molte energie, nonostante nessuno di noi sia diventato ricco. Tutto quello che abbiamo fatto è stato per pura passione. E siamo convinti che la sopravvivenza di un luogo come il D.E.V. fosse piuttosto importante in un contesto come quello di Bologna che propone sempre meno alternative. Ma abbiamo percepito una non curanza da parte dell’Amministrazione e abbiamo perciò deciso di staccare la spina come una presa di posizione e un segnale chiaro che possa stimolare un cambiamento».
Questo il commento della vicesindaca, Emily Clancy: «Quando ho avuto notizia dell’acuirsi di problematiche nella convivenza con il vicinato – mi erano arrivate moltissime segnalazioni dal vicinato quest’estate – ho contattato io il Circolo Dev per un incontro, perché così come ci dobbiamo occupare della tutela del riposo e quindi della salute della cittadinanza credo infinitamente nel presidio sociale, culturale e di sicurezza dei circoli musicali. Noi abbiamo proposto la presenza di street host (non tutor) e di facilitare un incontro con il vicinato per cercare di trovare delle soluzioni, i gestori mi avevano parlato della loro intenzione di portare avanti dei lavori di insonorizzazione, previsti per i mesi successivi. La notizia della chiusura è una pessima notizia per la nostra città e ho già contattato i gestori per un incontro per capire se questa scelta sia irreversibile.»
Qui le date fino alla chiusura, in attesa della grande festa finale che verrà comunicata più in là.