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Cinque film di Biografilm legati a Bologna

Geschrieben von La Redazione il 5 Juni 2025

In un tempo in cui la realtà si deforma tra schermi, algoritmi e conflitti globali, Biografilm 2025 torna a mettere al centro le persone, le loro storie, le loro resistenze. Dal 6 al 16 giugno a Bologna, e in tutta Italia sulla piattaforma MYmovies ONE, il festival accoglie 73 film – tra documentari, fiction e due episodi di serie tv – che esplorano la complessità del nostro presente attraverso sguardi lucidi e coraggiosi.

Bologna non è però solo la città che da sempre ospita il festival, ma anche protagonista e ambientazione di alcune sue storie, anche grazie al lavoro svolto in parallelo con la Regione Emilia-Romagna e con la Emilia-Romagna Film Commission. Ecco cinque titoli che ruotano attorno alla città.


Dear Audience

di Enrico Baraldi

Dear Audience è il primo documentario di Enrico Baraldi, autore e attore teatrale, fondatore assieme a Nicola Borghesi della compagnia Kepler-452: il film sarà presentato in anteprima assoluta venerdì 13 giugno a Bologna (ore 19.00,  Pop Up Cinema Arlecchino, via delle Lame, 59/A), in concorso a Biografilm, il festival cinematografico interamente dedicato alle biografie e ai racconti di vita in programma dal 6 al 16 giugno nel capoluogo emiliano. Il documentario segue la vicenda di Yulia e Natalia, due giovani attrici ucraine rifugiate in Italia dai primi mesi dell’invasione russa. Quando arriva la notizia della riapertura dei teatri nel loro Paese e di un’audizione per uno spettacolo, le due ragazze tornano in Ucraina confrontandosi con la realtà della guerra, con le ragioni di chi ha deciso di restare, interrogandosi sulla funzione e sul senso del teatro e dell’arte in uno scenario di distruzione e morte quotidiana. Un documentario character driven che continua, con altro mezzo e linguaggio, il percorso di ricerca del teatro di Kepler-452 e lo sguardo della compagnia sulla realtà come serbatoio di forme drammaturgiche autonome, l’attenzione alla marginalità sociale, alla conflittualità, agli scenari di crisi del nostro tempo.

 

Quale allegria 

di Francesco Frisari

Un documentario che nasce dall’osservazione quotidiana, da parte del regista, dello zio Massimo, portatore di una grave disabilità cognitiva, e recupera i fili di una suggestione infantile del regista, convinto che suo zio e Lucio Dalla fossero la stessa persona. Frisari esplora nel documentario quell’impossibile somiglianza, che gli aveva permesso di comprendere e abbracciare la disabilità di Massimo, filmandone la vita di tutti i giorni: i tratti più complessi, interessanti e difficili di Massimo vengono illuminati, riletti e reimmaginati, nelle immagini e nel voice-over del regista che le accompagna, proprio attraverso Lucio Dalla, le sue intuizioni, le sue canzoni (concesse da Sony Music grazie alla collaborazione della Fondazione Lucio Dalla, che ha sostenuto il progetto), il suo essere al contempo disperato e giocoso, uomo e bambino. Il risultato è una visione della disabilità e dell’arte di Dalla del tutto inedita, in cui anche le contraddizioni di un pensiero non lineare diventano una lente poetica sulla realtà, e raccontano due rivendicazioni diverse di una libertà sofferente e insieme totale. Quale allegria verrà presentato in anteprima assoluta sabato 14 giugno prossimo a Bologna (ore 18.15, Cinema Lumière, Piazzetta Pasolini 2/b).

 

Radio Solaire – Radio diffusion rurale

di Federico Bacci e Francesco Eppesteingher

Un documentario sulla straordinaria storia di Giorgio Lolli, ex operaio e sindacalista bolognese, tecnico autodidatta delle radio libere, che negli oltre quarant’anni passati in Africa, installò più di 500 emittenti FM, dando così voce a un intero continente. Il film sarà presentato al pubblico venerdì 13 giugno (ore 19.00) al Cinema Lumière – Sala Mastroianni, alla presenza degli autori e di Abdrahmane Cissoko, ‘discepolo’ e amico di Giorgio Lolli. Un viaggio di 75 minuti che parte da Bologna e attraversa l’Africa subsahariana, seguendo le onde radio come filo conduttore di riscatto, identità e libertà, e che restituisce per la prima volta in forma cinematografica la portata dell’impresa politica e umana di Giorgio Lolli. Grazie a un’intuizione tanto semplice quanto rivoluzionaria – utilizzare piccole tecnologie a basso costo e alla portata di tutti come i trasmettitori a bassa potenza – Lolli è il primo a installare radio FM in Africa, dal Togo al Mali, dal Senegal al Burkina Faso fino alle comunità più isolate. È anche grazie al suo lavoro che le “rural radio” si diffondono in buona parte del continente africano, diventando strumenti fondamentali per l’alfabetizzazione e il libero scambio di idee e pensieri. Ma Giorgio Lolli non è stato solo un tecnico, nei quarant’anni passati in Africa, riesce anche a fondare scuole gratuite per radiotecnici, formando generazioni di giovani che oggi gestiscono le proprie emittenti in autonomia.

 

Comrades 

di Joanna Janikowska

Nel cuore della rossa Bologna, tre giovani amici – Simone, Francesca e Olivia – trovano nella militanza comunista una risposta alla precarietà, all’alienazione e al capitalismo che li circonda. Si uniscono al partito locale, organizzano manifestazioni, bloccano sfratti e cercano di cambiare le cose. Ma all’entusiasmo iniziale seguono scontri generazionali con i militanti più anziani, difficoltà personali e delusioni. Un ritratto empatico in time-lapse che tratteggia un sogno che si sgretola e mostra quanto sia difficile mantenere la fede in ciò che crediamo abbia senso. Il film sarà presentato venerdì 13 giugno 2025, ore 21:30 nel Chiostro del Complesso di Santa Cristina „della Fondazza“. Saranno presenti la regista e i protagonisti Simone Gimona, Olivia del Bravo e Francesca Sparacino.

 

Il Pilastro

di Roberto Beani

Il Pilastro, il Villaggio Pilastro, come lo chiamavano all’epoca, nacque nel 1966 con un nucleo di case popolari completamente isolate dalla città e in aperta campagna. Si dice che prese il nome da un pilastro con sopra una piccola madonnina in quella che prima era aperta campagna. Fu progettato per rispondere  alla necessità di alloggi del crescente numero di immigrati giunti per lavorare in città durante il boom economico e ancora oggi è la zona con la più alta percentuale di Edilizia Residenziale Pubblica di Bologna. Coloro che si insediarono per primi, definiti “i pionieri”, si trasferirono a vivere senza che vi fossero servizi di base, nemmeno l’acqua e l’elettricità, con le strade in terra battuta, la chiesa in un container e le scuole lontane. Contro quelle famiglie povere si mise sin da subito in moto una narrazione mediatica stigmatizzante, scaricando sul Pilastro e i “pilastrini” tutti i problemi della città. Narrazione che, a fasi alterne, continua fino a oggi, sebbene i protagonisti non siano più i “meridionali”, ma gli extracomunitari. La storia e la realtà del Pilastro sono però molto diverse rispetto a ciò che viene troppo spesso raccontato. È una storia fatta di enorme senso civico, senso di comunità e resistenza di classe. Ed è certamente anche una storia problematica e con alcuni fatti tragici, su tutti la strage della Uno Bianca. Per cercare di costruire un racconto più aderente alla complessità del rione, è nato un filmIl Pilastro, diretto da Roberto Beani e ideato da LAMINARIE, la compagnia teatrale bolognese che dal 2009 dirige il teatro DOM la cupola del Pilastro, con l’obiettivo di trovare un equilibrio tra due narrazioni estreme, (la criminalizzazione e la romanticizzazione) che spesso si legano alle aree di periferia. Realizzato dalla casa di produzione cinematografica LABFILM, con il contributo della Regione Emilia Romagna Film Commission e in collaborazione con Fondazione Cineteca di Bologna, Il Pilastro verrà proiettato in anteprima martedì 10 giugno alle h 21.30 al Cinema Lumiere