È stato presentato oggi il progetto vincitore del concorso per il recupero dell’ex compendio militare Sta.Ve.Co di Bologna, indetto dall’Agenzia del Demanio a gennaio 2023, con l’obiettivo di realizzare il nuovo Parco della Giustizia. La scelta è caduta sul raggruppamento Ipostudio Architetti Srl + Eutropia Architettura di Firenze in collaborazione con le realtà bolognesi di Area Proxima e Studio Sazzini.
I professionisti che si sono aggiudicati il bando hanno risposto agli standard richiesti dall’Agenzia, disegnando un ampio parco verde in cui vivranno i nuovi uffici, inseriti in un sistema di spazi storici e vincolati. Nei 36 mila metri quadri di superficie recuperata, il 20% dovrebbe essere destinato a funzioni sociali e culturali e 7050 mq per usi comunque diversi da quelli giudiziari („per il mondo della cooperazione sociale, professionisti in trasferta, smart workers che cercano spazi di lavoro e relax appena fuori le mura, residenti che sollecitano una maggiore fruizione di spazi verdi fruibili, sportivi diretti sui colli, artisti e makers bisognosi di spazi dedicati alla loro produzione artistica e culturale“) con aree verdi comuni. Si era anche parlato di uno spazio museale che potesse raccogliere le opere di street art presenti nell’area, di cui avevamo parlato qui.
L’elemento architettonico tipico di Bologna, il portico, guida il progetto dal punto di vista funzionale e tecnologico verso uno spazio unico, percorribile dai cittadini.
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„Proporre un “Nuovo Portico per Bologna” – si legge – rappresenta un gesto unico, perentorio e fondativo che rinuncia al ruolo di “architettura” per farsi “infrastruttura”, opera di urbanizzazione in grado di organizzare, dal punto di vista funzionale e tecnologico, uno spazio industriale affascinante, che contiene in nuce un’idea di città fatta di grandi contenitori, piazze, monumentali ciminiere in armonica relazione tra di sé.
Se il Nuovo Portico rappresenta la spina dorsale di tutta l’area giudiziaria, il Nuovo Parco della Giustizia si configura come elemento di connessione rispetto ai sistemi limitrofi: il Centro Storico, il Sistema dei Colli, i Giardini Margherita, l’Ospedale Rizzoli.
In una visione olistica della trasformazione urbana, il progetto da un lato risolve al suo interno tutte le criticità di interfaccia con le aree limitrofe, ma dall’altro si rende compatibile e disponibile a possibili sviluppi infrastrutturali che rendano tangibile la visione della Bologna del Futuro. Anche il Nuovo Parcheggio interrato si inserisce nel filo conduttore delle infrastrutture ecologiche, configurandosi come una sorta di HUB intermodale che offra tutte le facilities per un “commuting” verso la mobilità sostenibile ed attiva nel pieno rispetto del contesto ambientale“.
Il primo lotto è già finanziato dal Ministero della Giustizia, per 105 milioni di euro, la spesa complessiva sarà di circa 270 milioni di euro.