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Dalla via Emilia alle strade del mondo: torna Fotografia Europea

Dal 6 all'8 maggio a Reggio Emilia le giornate inaugurali del festival internazionale con mostre, conferenze, spettacoli e dj set

Geschrieben von Salvatore Papa il 2 Mai 2016
Aggiornato il 9 Mai 2016

„Tanto servì e tanto seppe questa strada, che la gente chiamò infine la regione dalla strada, non la strada dalla regione“. Così raccontava la via Emila lo scrittore bolognese Riccardo Bacchelli. Poche parole riprese nell’introduzione di Giulio Bizzarri ed Eleonora Bronzoni al volume Esplorazioni sulla via Emilia, una ricerca collettiva sul paesaggio del 1986 curata da Luigi Ghirri con un gruppo di fotografi e scrittori che rappresentò una delle esperienze più lucide ed esaltanti della storia della fotografia italiana.

©Luigi Ghirri_Sassuolo(1985_Courtesy Biblioteca Panizzi)
©Luigi Ghirri_Sassuolo(1985_Courtesy Biblioteca Panizzi)

A quell’opera si ricongiunge, dopo 30 anni, la nuova edizione di Fotografia Europea intitolata proprio La via Emilia. Strade, viaggi, confini. Tema affrontato sì nella sua accezione più ampia e trasversale, ma che trova comunque il suo primo fulcro nella mostra 1986. Esplorazioni sulla via Emilia ai Chiostri di San Pietro con una selezione d’epoca (Olivo Barbieri, Gabriele Basilico, Vincenzo Castella, Giovanni Chiaramonte, Vittore Fossati, Luigi Ghirri, Guido Guidi, Mimmo Jodice, Klaus Kinold, Claude Nori, Cuchi White, Manfred Willman e il video di Nino Criscenti) affiancata dalla sezione 2016. Nuove esplorazioni, progetto sulla Via Emilia commissionato proprio dal festival a sette autori contemporanei (Alain Bublex, Stefano Graziani, Antonio Rovaldi, Sebastian Stumpf, Davide Tranchina, Paolo Ventura, Lorenzo Vitturi). Dalla grande arteria romana, infine, alle vie del mondo con le opere di 24 fotografi appartenenti all’agenzia Magnum radunate nella mostra Exile (da Werner Bischof a Robert Capa, da Stuart Franklin a Paolo Pellegrin, da Abbas a Chris Steele-Perkins, da Philip Jones Griffiths a Leonard Freed).

Philip Jones Griffiths, Refugees in Saigon during the fighting in May. Saigon. Vietnam. 1968 @ Magnum Photos
Philip Jones Griffiths, Refugees in Saigon during the fighting in May. Saigon. Vietnam. 1968 @ Magnum Photos

L’Emilia ritorna anche in Disco Emilia allo Spazio Gerra, progetto che affronta il distretto del divertimento nel ventennio compreso tra i primi anni settanta e la fine degli ottanta partendo dalla serie Dancing in Emilia, (1978) di Basilico per poi trasferirsi nell’attualità con le fotografie di Andrea Amadasi, Hyena, Arianna Lerussi e Antonio La Grotta.

Gabriele Basilico, Dancing in Emilia, 1978 @ Gabriele Basilico
Gabriele Basilico, Dancing in Emilia, 1978 @ Gabriele Basilico

E ancora all’Ospitale di Rubiera Per strada, con oltre 60 fotografie, dai primi anni Settanta al 2007, realizzate da Guido Guidi sulla via Emilia e per le strade adiacenti, Dalla via Emilia al mondo nella sede di Palazzo da Mosto con nove mostre personali di autori provenienti da diversi paesi europei o le „dislocate“ Esplorazioni dell’archivio. Fotografie della Via Emilia dello CSAC di Parma e Ceramica, Latte, Macchine e Logistica. Fotografie dell’Emilia Romagna al lavoro del MAST di Bologna.

Guido Guidi, La fabbrica
Guido Guidi, La fabbrica

Per la prima volta in Italia, Palazzo Magnani rende, inoltre, omaggio con una grande antologica a Walker Evans (1903-1975), il fotografo americano che immortalava anonimi cittadini nella loro vita quotidiana, fonte di ispirazione proprio per molti dei fotografi protagonisti di Esplorazioni sulla via Emilia.

Walker Evans, Mississippi 1936 © Walker Evans Archive, The Metropolitan Museum of Art, New York
Walker Evans, Mississippi 1936 © Walker Evans Archive, The Metropolitan Museum of Art, New York

Ai Chiostri di San Domenico, altra sede espositiva importante, si va dalle ricerche di Filippo Minelli che con il progetto Padania Classic documenta il cambiamento del paesaggio architettonico contemporaneo padano dagli anni ’80 ad oggi, a quelle del duo Luca Santese e Pasquale Bove che, con Italy&Italy, articolano l’iconografia degli anni Novanta, focalizzandosi sulla vita quotidiana e mondana riminese, alle indagini condotte da Françoise Beauguion, In the country nowhere – Migrations to Europe, che analizza il tema delle migrazioni in Europa, da Ikuru Kuwajima, Trail, che documenta il suo viaggio in auto nelle montagne del Pamir nel Tagikistan lungo il confine afgano, e da Cyrus Mahboubian e Sophie Nicole Culière, Wanderlust, in cui la strada è la traccia per raccontare il passaggio dell’uomo nel mondo.

E non finisce ovviamente qui. Il programma completo delle mostre e degli eventi lo trovate su http://www.fotografiaeuropea.it/