Chi meglio di Denis poteva provare a tirare le fila della musica che sentiremo a Jazz:Re:Found? Per un festival molto connotato dal nome, ma dalla line up molto varia, abbiamo pensato che potesse essere utile capire insieme al suo ideatore e direttore artistico, Denis Longhi, quali sono le sfumature sonore e le caratteristiche di alcuni artisti che ascolteremo durante la kermesse di musica black e derivati.
Lasciamoci quindi guidare da Denis.
„Inizio con il progetto a cui forse tengo maggiormente in quest’edizione: Youssef Kamaal, mercoledì 7 Dicembre allo Spazio 211. Rappresentano al meglio la mia idea di jazz, una „suite“ inarrestabile di groove e chords dall’estetica black, in cui non sai mai definire con certezza se il suono che stai ascoltando proviene da un jazz-club fumoso della Londra degli anni 70 o se invece sono echi e rifrazioni di musiche provienti dallo spazio.
Il loro contrappunto „white“ sono GoGo Penguin, l’altra faccia della luna di JRF. Come Yussef Kamaal sono giovani, inglesi e hanno trovato il perfetto equilibrio tra grammatica e stile, tradizione ed avanguardia. Si esibiranno giovedì 8 dicembre al Cap10100, in apertura al leggendario Mr Scruff. Se li guardi con attenzione sembrano dei liceali: puliti, perfetti, irreprensibili. Appena attaccano, invece, rimani sconcertato da quanta dinamica, quante note, quanti stimoli arrivino da sole tre persone dietro il loro strumento. Quasi una sinestesia che mette insieme Ludovico Einaudi a Roni Size.
Ricevuto e metabolizzato il messaggio di Kamaal e GoGo, non è semplice trovare qualcosa di così sorprendente da riuscire a stupire chi mi sta leggendo, ma soprattutto chi farà questo percorso guidato a Jazz:Re:Found. Ed ecco che mi gioco il jolly nazionale. Sì, perchè se non hai mai assistito ad un live di Clap! Clap! (venerdì 9 dicembre) puoi davvero farti il segno della croce e prepararti ad immergerti in una dimensione estatica, in cui oltre ad assaporare un piacere mai provato prima, verrai preso a cazzotti nello stomaco dai bassi rotolanti e i beat tecHnoafricani di Cristiano, un vero animale da palco!
Scoperto il lato africano di Jazz:Re:Found non posso fare altro che indirizzare la visita guidata al cospetto di Tony Allen (sabato 10 dicembre), la leggenda vivente dell’AfroBeat (batterista di Fela Kuti) in arrivo da Parigi insieme alla sua band per asfaltare il Cap10100 con il suono di „Lagos“, tra voodoo, magia, fiati e percussioni.
Impossibile dimenticarsi che poco prima, alla Scuola Holden, ci sarà in esclusiva James Holden con uno dei suoi nuovi progetti live. Se apparentemente con il continente nero sembra avere poco a che fare, il dj inglese, nella sua immensa varietà stilistica, riesce spesso a combinare wave e droni con mistiche sonorità nord-africane. Consigliatissimo perchè in questa veste live è da una vita che non lo vediamo in Italia, e anche perché la venue che lo ospiterà, oltre ad essere magnifica, si presta al gioco pazzo nella filologia del billing: HOLDEN @ HOLDEN
Per chiudere il sabato sera ci sono troppe cose da consigliare, tra Soichi Terada e Joe Claussell (che sono un pò il reprise di Moodymann + Theo Parrish) non saprei chi tifare, quindi mi butto su Underground Resistance. Potere presentare „Timeline“ mi fa venire i brividi: il progetto che ha tracciato la storia dell’immaginario techno che siamo abituati a consumare da tempo, ma a cui forse non abbiamo mai tributato la giusta riconoscenza.
Volano direttamente da Detroit e ci faranno un regalo davvero incredibile, ne sono sicuro.
E poi vi do la dritta finale, quella che dopo giorni concitati manda a stare bene e chiude i giochi con abbracci e sorrisi. Non perdetevi per nulla al mondo Sadar Bahar, inutile spiegare il perché, lo capirete da soli davanti a questo eroe e poeta del vinile.“
Se non è ancora tutto chiaro qui trovare il programma day by day se invece è tutto chiarissimo qui tutte le info per partecipare al festival.