Venti anni fa nasceva Canicola, editore indipendente che ha trasformato la scena del fumetto di ricerca contemporaneo, e dieci anni fa l’etichetta musicale underground Maple Death che in pochi anni si è imposta nel panorama musicale internazionale in maniera estremamente significativa.
Sabato 16 novembre presso il TPO di Bologna e in occasione del festival A Occhi Aperti le due realtà festeggiano insieme i loro compleanni con un happening dove disegno e musica dialogano in un unico corpo. Una grande festa che vedrà alternarsi artiste e artisti da tutto il mondo (qui il programma e tutte le info).
Canicola e Maple Death sono per noi simboli eroici di quella parte di città che ancora resiste e fa da argine alla cultura dell’omologazione; loro ci dimostrano non che „si può“ lavorare con la cultura – come dice chi c’ha il culo al caldo – ma che è necessario farlo. Vabbè, basta sviolinate; ecco poche domande veloci a Edo Chieregato e Liliana Cupido (Canicola) e a Jonathan Clancy (Maple Death), che si concedono sempre con grande generosità pur avendone mille.
Cosa pensate gli uni degli altri?
Edo: Maple Death ha una grande identità, e quando un marchio è così ti fa scoprire sempre cose belle e interessanti per cui va ringraziato. L’identità di Maple Death non è subito visibile agli occhi (orecchie), è un lavoro di filtro sottile e profondo tra musicisti anche molto diversi tra loro. Insomma il massimo secondo me, perché unisce mondi e cuori.
Jonathan: Quando guardo la visione di Canicola vedo la follia, la tenacia, l’essere veramente fuori da qualsiasi catalogazione ma non per farlo ‘strano’, per essere quello che si è. Poi Liliana (Cupido) ed Edo (Chieregato) ormai sono per me dei totem, un confronto quotidiano, spesso anche una visione opposta inizialmente alla mia ma che mi spinge a riflettere. Per me che sono di parte Canicola non ha eguali, fanno formazione, comunità e poi hanno dei fuoriclasse tra gli artist*.
Liliana: Tra Maple Death e Canicola c’è un’intesa fraterna, una sintonia di visione, forse per la tensione simile di cercare e ricercare una sostanza “vera” nelle narrazioni, che siano per parole, per immagini o per suoni. La collaborazione con Maple è anche un incentivo a crescere in direzioni nuove e diverse rispetto ai nostri confini.
Cosa vi spinge a perseguire ancora nella via dell’indipendenza o, se preferite, do it yourself?
L: La sensazione di esserti espressa attraverso i libri che scegliamo di fare. Il piacere di dare forma concreta a delle idee nel dialogo con autrici e autori, e poi sì, una indefinibile forma di irrequietezza che si placa attraverso la produzione.
E: Non è chiaro infatti, dire passione è già sentito, dire ossessione è un po’ falso, un po‘ sana inerzia identitaria un po’ masochismo, non so bene. Se c’è un mecenate all’ascolto, chiami subito.
J: Se non posso dire ‘ossessione’ ti dico mania o forse una semplice fissazione. Una sfida interna e aggiungo anche io masochismo, ormai anche una identità. Cosa sono?
Discorsetto di rito per l’anniversario?
L: Grazie a chi ci segue da sempre con un rigore incredibile, e pure a chi ci scoprirà per la prima volta sabato, in occasione della FESTA DELL’ANNO!
J: Che siamo questo? Dovevamo cacciare fuori la data 3 mesi fa, fare 600 cose e invece l’abbiamo annunciata due settimane prima e ne abbiamo fatte 300. Risultato che questa festa ci rappresenta in pieno. In 10 anni sono quasi 100 uscite, niente male.
E: Si stava meglio a vent’anni che dopo venti, evviva i regaz, la festa è per voi.
Come vi vedete invece tra qualche anno? Tipo quando il pianeta si sarà riscaldato di ulteriori 2 gradi. Ci sarà ancora spazio per i dischi e i fumetti?
E: Sì ci sarà sempre spazio per dischi e fumetti buoni, anzi ci sarà sempre più spazio per le cose necessarie, qualcosa spazzerà via tutto quanto ora fa confusione.
J: Con altre 25 uscite. Non ho nessun dubbio.
Disco dell’anno / Fumetto dell’anno
E: Per me sono due: Il Saraceno di Vincenzo Filosa, un libro spericolato, nuova tappa dell’autofiction dell’autore personaggio, e Animali domestici di Bianca Bagnarelli, straordinario esempio di come racconti brevi significativi possano stracciare pile di graphic novel rassicuranti.
L: Ho ancora parecchie letture da recuperare tanto che ti direi I misteri dell’oceano intergalattico di Francesca Ghermandi (di fine anno scorso…) e, anche se può suonare autoreferenziale, per quest’anno La caverna degli abbracci di Andrea De Franco, progetto più ampio realizzato con Maple che comprende anche un disco.
J: Per ora Hav di Whitney Johnson e poi non posso non segnalare Viator di Adrian de Alfonso. Fumetto senza gara, La caverna degli abbracci di Andrea De Franco.