Dopo mesi di proteste per il caro affitti e tende in piazza, il CUA è passato oggi di nuovo ai fatti occupando in viale Filopanti 5/A, nell’ex Istituto Zoni, un‘ex residenza universitaria privata della fondazione R.U.I. da anni abbandonata.
Il nome scelto è Glitchousing Project, che in realtà racchiude in progetto più ampio con tanto di sito dove cercare una stanza e una mappatura dove vengono segnalati studentati privati, case fatiscenti o con prezzi esorbitanti, grandi proprietari di B&B, ma anche spazi liberati, posti letto gratis e tutte le altre forme possibili di ospitalità, con chi oggi non riesce a trovare casa.
„Glitchousing Project – scrivono – è una piattaforma ibrida di immaginazione per un abitare nuovo e sociale; un portale per agevolare la ricerca di casa di studentesse e studenti – in guardia da fregature, palazzinari, speculatori; un’infrastruttura solidale di connessione e organizzazione. All’interno del Glitchousing Project, si trovano gli Student Hostel: spazi liberati per ripensare l’abitare in maniera sociale e collettiva, posti letto gratis, forme di solidarietà e organizzazione attiva. Viale Filopanti n 5/A vuole essere una casa disponibile per chiunque oggi sia disperso nella giungla immobiliare della città di Bologna, con la consapevolezza che però non potrà risolvere una crisi strutturale e ormai di proporzioni gigantesche“.
Queste le richieste rispetto all’edificio occupato: un tavolo di trattativa alla presenza di proprietà e università, con lo scopo di far diventare l’immobile patrimonio dell’ateneo e quindi di pubblica disponibilità; una riapertura repentina della residenza e una sua messa a disposizione per tutta la mole di studenti e studentesse idonee non assegnatarie degli alloggi Er.go.
Rispetto alla crisi abitativa: una tavolo interistituzionale con Università e Comune, con lo scopo di istituire un tetto massimo ai prezzi degli affitti che un privato può inserire nel mercato immobiliare della città; limitare la costruzione di ulteriori studentati privati in città e istituire per questi ultimi l’obbligo di destinare il 50% delle stanze per l’emergenza abitativa; Università garante degli affitti concordati, con prezzi calmierati.