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Il libro sugli anarchici, socialisti e antifascisti sorvegliati dalla Questura di Bologna

In occasione del 25 aprile esce il libro fotografico curato da Francesca Delneri, Valentina Gabusi e Michele Lapini

Geschrieben von La Redazione il 23 April 2025

Fotoriproduzioni Archivio di Stato di Bologna

Si chiama Sovversivi e sovversive. Storia, memoria e cura il libro fotografico edito da Pendragon che, attraverso gli scatti del fotogiornalista Michele Lapini e i testi curati dalle storiche e funzionarie dell’Archivio di Stato di Bologna Francesca Delneri e Valentina Gabusi, racconta la storia della sorveglianza in Italia partendo dalle storie di chi ne è stato vittima.

Anarchici, socialisti, antifascisti, sindacalisti, ma anche persone considerate potenzialmente in grado di nuocere all’ordine costituito solo perché fuori dagli schemi, emarginate o ribelli. Tanti uomini e poi molte donne, a volte controllate per il solo fatto di essere istruite e libere o perché mogli, compagne o familiari di uomini considerati pericolosi.

C’è Giuseppe Massarenti, uno degli emblemi della lotta al fascismo e una delle più illustri vittime del regime, considerato che – tra confino e internamento in manicomio – venne privato della libertà per molti anni della sua vita. C’è Edvige Campogrande, che insospettisce la polizia per il suo comportamento libero e fuori dagli schemi, lontano dagli stereotipi allora dominati che vedevano le donne solo come mogli e madri. C’è Francesco Zanardi, il primo sindaco bolognese socialista, ricordato come il “sindaco del pane”. Ma anche Virginia Tabarroni, zia di Anteo Zamboni e sospettata di essere la mente dietro al fallito attentato al Duce del 1926.

Foto di Michele Lapini

Il volume prende vita a partire dalla mostra fotografica curata da Michele Lapini, allestita nel chiostro dei Celestini dell’Archivio di Stato di Bologna tra il maggio e il luglio 2024. Le fotografie mostrano i volti dei sovversivi e delle sovversive, i documenti che ne testimoniano la sorveglianza, ma anche gli spazi dove oggi questi fascicoli sono conservati e il prezioso lavoro di chi si impegna a preservarli. All’interno del catalogo si trovano anche contributi testuali di esperti, come quello della storica contemporaneista Toni Rovatti e del giornalista Michele Smargiassi.

Il progetto affonda le sue radici nel 2004, quando la Questura di Bologna chiede di poter versare all’Archivio di Stato di Bologna i fascicoli del casellario politico locale, categoria A8, relativi alle “persone pericolose per la sicurezza dello stato”. Sono coloro che dal 1872 al 1983 sono stati sorvegliati e schedati dal Gabinetto della questura perché giudicati potenzialmente “sovversivi” per l’ordine costituito. Le loro storie oggi riemergono grazie a verbali di pedinamento, perquisizioni, fotografie segnaletiche, fogli di via, ritagli di giornale, descrizioni fisiche di carattere lombrosiano, carte d’identità e tessere di partito sequestrate. Ma anche attraverso lettere ad amici e familiari, in cui a volte traspare il timore di essere controllati.

La prima presentazione al pubblico si terrà al Salone del libro di Torino, il 15 maggio alle ore 14 (qui il link dell’evento).