Emilio Torreggiani, tra i fondatori dei bolognesi Settlefish, dal 2017 è chitarrista dei Tenebra, quartetto nel quale militano anche Silvia (voce), Claudio (basso) e Mesca (batteria), questi ultimi provenienti dalla scena hardcore e post-hardcore (Assumption, Horror Vacui e ED) che gravitava intorno ad Atlantide Occupata a Bologna. Suonano un heavy rock carico di molte influenze. Nel 2021 hanno firmato per l’etichetta inglese New Heavy Sounds per la quale è uscito lo scorso aprile il nuovo Moongazer.
In attesa di rivederli dal vivo, Emilio ci ha raccontato il Pratello, la zona in cui vive.
Sono nato in quello che una volta chiamavano „Quartiere Malpighi“ nell’estate del ‘79; negli anni in cui ero bambino c’erano ancora parecchie vie che conservavano una vocazione fortemente popolare: Via Senza Nome, Via Ca‘ Selvatica, Via del Fossato, Via Sant’Isaia e tutta la zona del Pratello, un vivace calderone di immigrati provenienti dal meridione, eritrei, occupazioni abitative e gli ultimi umani dell’ospedale psichiatrico „Roncati“.
Le scuole di zona, Manzolini e Guinizelli, accoglievano quindi il riflesso di tutta questa varietà umana: nella mia classe c’erano i figli della classe dirigente, ma anche la prole di molte famiglie umili e talvolta problematiche. Alcuni miei compagni sono diventati apprezzati professionisti, altri pregiudicati e galeotti.
Credo che questo mondo, nel centro storico, non esista più: da metà anni ’90 questa zona è cambiata molto, i prezzi si sono alzati e alcune strade sono diventate di moda, anche smerciando una bohème artificiosa che ha poco a che fare con l’anima autentica, fatta di evidenti contrasti umani e sociali: quel quartiere, prima che l’amministrazione lo cancellasse dalla toponomastica, stava definitivamente svanendo in quei giorni.
Oggi lavoro ancora qui e di quel tempo, solo raramente, mi riappare il miraggio, seduto sotto il portico del Bar Piratello mentre osservo sovrappensiero la strada.