Hole è il nuovo format di Xing che vuole ragionare in maniera istantanea su alcuni luoghi non istituzionali, „buchi“ occupati e abbandonati subito dopo con l’unico scopo di condividere assieme forme di arte e cultura.
Fa parte di questa serie di eventi anche la presentazione del disco di Romeo Castellucci e Scott Gibbons, IL TERZO REICH uscito per XONG collection – dischi d’artista, progetto di Xing dedicato alla performatività espansa dove „il disco diventa lo spazio da performare“.
L’appuntamento – a ingresso libero – è per giovedi 8 settembre alle 21.30 e in questo caso il buco è quello tra le torri di Kenzo Tange, legate al fallimento di una visione urbanistica utopica. Un luogo desolato ma prezioso dal punto di vista architettonico, che permette di confrontarsi con la strafottenza del potere che ritorna in qualche modo anche nell‘evento live di immagine e suono del regista di Societas.
Una sorta di rave in cui un flusso inarrestabile di sostantivi si sussegue senza tregua affiancato dal tic ostinato e techno composto da Scott Gibbons trasfigurando alcuni suoni presi dalle trasmissioni della sonda Voyager 1 inviate dall’esterno del nostro sistema solare mentre attraversa lo spazio interstellare.
„Il TERZO REICH – racconta Romeo Castellucci – è un titolo spaventoso. Non c’è nessun rapporto diretto al nazismo, ma al totalitarismo sì. Perché si riconosce nel linguaggio la prima forza coercitiva alla quale siamo sottomessi dalla prima infanzia. In questo caso lo spettatore si trova solo con se stesso a elaborare ciò che vede rispetto al titolo, quindi una sequenza ininterrotta di sostantivi, la quasi totalità del vocabolario italiano, circa 12mila. E questo ha un aspetto aggressivo, è come un’armata, una marcia militare, uno sfondamento verso lo spettatore. È una sorta di trattamento. Si può sfuggire quindi andandosene. E va benissimo che sia così. Un trattamento che funziona solo con un correlativo acustico creato da Scott Gibbons, inflessibile, monotono e ipnotico.
Rispetto ai riferimenti letterari, mi aveva molto impressionato un piccolo libro di un filologo ebreo, Victor Klemperer, Lingua Tertii Imperii, letterlamente La lingua del Terzo Reich. Vissuto all’epoca del regime ma scampato ai campi di sterminio, lui registrava ogni giorno tramite un diario l’uso perverso che i nazisti facevano del linguaggio, l’uso tendenzioso di certe parole .
Ma è un lavoro che ha a che fare anche con il caos, un enumerare di cose senza alcuna gerarchia che innesca quest’idea primaria di quantità che soverchia. E si dice tutto, tutto quello che si può dire, un modo omeopatico di liberarci del linguaggio. E il teatro in generale è sempre stato dalle sue origini un campo di battaglia in cui il linguaggio è il terreno dello scontro„.
Il disco si può trovare qui:
* Soundohm (international mail order)
standard edition
collector’s edition
order@soundohm.com
* Flash Art (esclusivamente collector’s editions)
collector’s edition
progettispeciali@flashartonline.it
* stores: Bologna (MODO Infoshop, DISCO D’ORO, CorrainiMAMbo artbookshop, Sonic Belligeranza MEGASTORE); Milano (Triennale bookshop, Hangar Bicocca); Bolzano (Museion Books); Venezia (bruno); Prato (Museo Pecci Bookshop); Roma (MACRO e Mattatoio bookstores) https://xing.it/xong