L’Isola verde della mia felicità, cantava il compianto cantautore bolognese Claudio Lolli, una grande metafora di una lotta ambientale che non può slegarsi dalla trasformazione dei rapporti sociali. L’isola verde è anche il nome che il Circolo Granma ha scelto, con l’aiuto del Barnout, per il nuovo festival di quartiere che partirà venerdì 14 giugno al Parco della Zucca per terminare il 28 settembre. Un festival convintamente indipendente e nato per stare fuori dal cartellone di Bologna Estate definito come „baraccone dove annegare la disperazione con una birra a prezzo esoso“.
Ci saranno laboratori, giochi e attività per bimbi, serate musicali, sport e cinema.
«È un festival che nasce dal quartiere ed è pensato per il quartiere in cui viviamo – racconta Pietro Pasquariello. L’abbiamo costruito insieme a molte altre realtà, associazioni e singole persone, che insieme a noi curano il programma con le proprie iniziative. Ci saranno, ad esempio, il Comitato Ippodromo Bene Comune, l’associazione di solidarietà alla Palestina Watermelon Friends, i pic nic condivisi di Concibò, il Comitato Besta o i concerti della scuola popolare Ivan Illich. L’idea è di fare qualcosa di basso profilo, non certo un eventificio, quindi concertini, presentazioni di libri, tornei di calcetto, attività per i bambini e svago. E nulla sarà orientato al profitto, ma questo è quello che facciamo da sempre: tutti i proventi saranno, infatti, utilizzati per pagare le persone che lavorano e per organizzare ulteriori attività sociali.»
Quindi si parte venerdì 14 giugno con il dj set di Bolognina Roots Family e Dj Marino, poi sabato la proiezione degli Europei di calcio con Italia-Albania e domenica la cena di comunità organizzata da Concibò in Piazza dell’Unità.
Nei primi giorni il parco sarà però condiviso con Braciami Forte, evento di Estragon dedicato al cibo scoperto però dal Circolo Granma solo pochi giorni fa.
«Il nostro fine settimana inaugurale – dichiarano – era stato faticosamente organizzato e regolarmente autorizzato. Ma una mattina abbiamo trovato le strade tappezzate da decine di locandine di quell’evento, il quale però si è “scordato” di richiedere i permessi nei tempi previsti. A noi la scelta: adeguarci e “coesistere”, pur sapendo di essere travolti dal baraccone, oppure posticipare l’inizio del festival. La risposta alle nostre proteste è stata che l’evento in questione “è nel cartellone di Bologna Estate”: una frase che troviamo grave ma allo stesso tempo illuminante. Ha senso chiamare tutto ciò cultura e farla pure entrare in un cartellone comunale di contenuti culturali? Ma alla fine, il valore dello spazio pubblico si misura solo sul reddito che può generare? Eravamo combattuti ma abbiamo deciso di partire lo stesso. Andiamo avanti nonostante i fumi delle braci e gli olezzi dei panini gourmet; lo facciamo per rispetto dell’impegno di chi ha partecipato e di chi parteciperà, ma anche perché tutte queste domande hanno bisogno di una risposta e dobbiamo trovarla insieme. In tutto ciò passa tragicamente in secondo piano la necessità di preservare e valorizzare il poco patrimonio verde cittadino, già messo a dura prova in una città sempre più inquinata e stravolta dai cantieri, con la minaccia del Passante che si avvicina sempre di più.
Sono questi i temi che animeranno l’estate al Parco della Zucca»
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