Nella corte di Via Zampieri – Di Vincenzo sorgerà il primo museo italiano delle case popolari. Il „Centro di documentazione sulla casa popolare e operaia di Bologna“ – così si chiamerà – sarà creato all’interno di quello che era lo IACP, l’Istituto autonomo case popolari, oggi magazzino in disuso di proprietà di Acer-Bologna.
Si tratta di 400 metri quadrati su 3 livelli che un tempo erano la sede della squadra di operai termoidraulici operante in tutte le case popolari della città.
„Siamo felici di offrire alla città – ha dichiarato Marco Bertuzzi, presidente Acer – un centro di documentazione sull’edilizia pubblica come ancora non ne esistono in Italia e che potrà essere punto di riferimento per storici, ricercatori e studiosi dell’architettura del Novecento. Gli archivi dell’attività tecnica dell’ex Iacp, poi Acer, che vi confluiranno, rappresentano infatti anche una straordinaria banca dati della storia sociale della città, dalle prime case popolari sorte nel 1906 proprio a due passi da dove nascerà il museo, nel cuore della Bolognina, attraverso l’epoca fascista, i grandi progetti di epoca moderna come il Treno della Barca, fino ai giorni nostri. Di fatto, attraverso la storia delle case popolari, con le tradizionali corti bolognesi simbolo di aggregazione e socialità, saremo in grado di raccontare e illustrare la storia della città negli ultimi 120 anni”.
L’intervento si inserisce nella più ampia e complessiva strategia legata al Polo della Memoria Democratica di Bologna che verrà realizzato presso la Stazione 2 Agosto 1980. Il Centro di Documentazione sulla casa popolare diventerà così parte di un percorso storico che integrerà il nuovo Polo in Stazione con il Memoriale della Shoah, i luoghi della memoria della Resistenza e della Liberazione, il Museo della memoria di Ustica, i nuovi spazi destinati a “officina della conoscenza” ricavati nell’immobile che costituiva l’accesso all’ex Mercato Ortofrutticolo in via Fioravanti, oltre a Piazza Lucio Dalla e gli spazi pubblici di piazza Liber Paradisus.
Il costo stimato per la realizzazione dell’opera è di 1.620.000 euro. L’appalto rientra nell’ambito del finanziamento europeo PNRR – Piano Nazionale di Ripresa e resilienza finanziato dall’Unione europea – NextGenerationEU – M5 C2 Investimento 2.2 „Piani Urbani Integrati”.
Il concorso per le proposte progetuali promosso da Comune, Acer e Ordine degli Architetti di Bologna scade il 7 febbraio 2023.