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La chiesa di Alvar Aalto sull’appennino bolognese e il nuovo museo dedicato all’architetto finlandese

Uno spazio di oltre 1250 mq più sette ettari di aree verdi a Riola di Vergato.

Geschrieben von La Redazione il 8 April 2019
Aggiornato il 10 November 2019

L’unica opera italiana del grande architetto finlandese Alvar Aalto è a Riola, una piccola frazione di circa 900 abitanti in provincia di Bologna, tra Vergato e Grizzana Morandi. È la chiesa di Santa Maria Assunta, una chiesa essenziale e povera di decori, con forme sinuose che ricordano il paesaggio finlandese e nella quale linee, volumi e luce richiamano ed enfatizzano l’ambiente naturale circostante.

Un grandissimo esempio di architettura moderna sacra che fu realizzato grazie all’ostinata volontà del Cardinal Giacomo Lercaro che voleva con quel progetto dimostrare l’avvenuto rinnovamento dell’istituzione ecclesiastica seguito al Concilio Ecumenico Vaticano II del 1965, il concilio della seconda riforma cattolica, apertosi con la carezza ai bambini di Papa Giovanni XXIII. Il cantiere prese il via nel 1976 e la chiesa fu inaugurata nel 1978, quando ormai né il cardinal Lercaro né Alvar Aalto potevano vederla più. Il campanile invece fu inaugurato nel 1994.

Presto accanto alla chiesa nascerà il Museo e Centro Internazionale Alvar Aalto: uno spazio di oltre 1250 mq più sette ettari di aree verdi, con un corpo espositivo di 400 mq distribuito su due livelli presso la Meeting Hall dell’ex Centro Tamburini di Riola – in prossimità del fiume Reno – che ospiterà la vastissima documentazione di archivio relativa alla complessa progettazione e realizzazione della Chiesa.
Il Museo prenderà vita, quindi in quella che fu la sede del Centro ricerca voluto dall’imprenditore Mario Tamburini in cui per mezzo secolo studiosi da tutto il mondo arrivarono a vedere prototipi di edilizia innovativa: da quella residenziale, come le grandi strutture architettoniche in corso di realizzazione in territorio bolognese, alle Torri di Kenzo Tange, al Padiglione dell’Esprit Nouveau di Le Corbusier.

Facendo tesoro dell’insegnamento di Aalto, nella direzione dell’interazione e dello scambio tra architettura e paesaggio, verrà istituito un premio internazionale a scadenza quadriennale che prevederà la realizzazione di opere a grande dimensione (ad esempio di Land art e studio della Luce) che si rapportino con l’intera vallata.

Sarà l’architetto Lorenzo Gresleri ad assumere la direzione tecnica del Museo, mentre la curatela delle mostre, degli eventi culturali e sociali con valutazione delle opere permanenti e temporanee sarà affidata a Raimonda Zizzi Bongiovanni.

Uno degli spazi del nuovo Museo