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La settimana ARTSY di Torino

Una guida necessaria per orientarsi tra gli infiniti eventi che ARTISSIMA porta in città

Geschrieben von Elena Bray il 28 Oktober 2024
Aggiornato il 29 Oktober 2024

Senthil Kumaran, Boundaries: human & tiger conflict, 2022

Mostre in ogni anfratto, video-installazioni ipnotiche visibili dalle vetrine, performance fluttuanti ad ogni angolo, live-set vibranti, croissant ripieni al gianduia serviti in galleria, sessioni di yoga, pranzi con ricette proposte da artisti e feste folleggianti innaffiate da litri di Barbera (quello buono spero, perché quello cattivo si digerisce male). Ebbene sì, già lo sapete, è arrivato quel momento dell’anno in cui tutto il mondo dell’arte italiano (e in parte internazionale) si riversa a Torino, elettrizzato e conscio che le ore di sonno saranno poche (anche perché il letto su cui dormirete, a meno che non sia squattato, vi è costato una fortuna) e le cose da visitare tante. Come fare per non annaspare in una agenda fittissima e costellata di appuntamenti? ZERO è qui per raccontare ancora una volta gli eventi più interessanti in città in questi giorni di trapasso tra fine ottobre e inizio novembre.

ARTISSIMA e PROGETTI COLLATERALI

Menzione doverosa la fiera di Artissima all’Oval Lingotto dal 1 al 3 novembre (il 31 ottobre la preview su invito), che quest’anno, il terzo sotto la direzione di Luigi Fassi, propone il tema The Era of Daydreaming. Fiera di arte contemporanea capace da una parte di stringere l’occhio agli interessi commerciali, ma dall’altra di proporre un’attenta e variegata selezione di gallerie e progetti. Vale sempre la pena fare un salto per visitarla in autonomia o accompagnati dalle audioguide di Arteco (associazione di mediazione culturale torinese che fa della divulgazione una forma di curatela). Oltre alla fiera, Artissima collabora con alcune realtà per portare dei progetti in città, tutti visitabili fino al 3 novembre. Segnaliamo tra questi: la rassegna di film e video d’artista The Underground Cinema, a cura di Irene Calderoni alle Gallerie d’Italia; la video installazione Objects in Mirror Might Be Closer Than They Appear di Julian Charrière e Julius von Bismarck al Museo Regionale di Scienze Naturali; il progetto espositivo Afasia1 di Arcangelo Sassolino (artista che sa sempre come sorprendere, portando all’estremo i limiti fisici della materia e strizzando un po’ l’occhio alla spettacolarità) all’hotel Principi di Piemonte | UNA Esperienze; infine l’installazione video Raised in the dust di Andro Erazed nella suggestiva location da pochi anni riabilitata del Parco Michelotti, all’interno dell’ex Giardino Zoologico. Fortunatamente molti progetti legati alla video-arte (consigliati, da vedere!).

I GRANDI CLASSICI

Adesso andiamo ad esplorare la programmazione che i musei torinesi hanno scelto, seguendo ognuno la propria vocazione, per questo momento speciale. Il Museo della Montagna (che oltre ad aver proposto negli ultimi anni dei progetti molto interessanti e sperimentali, permette di godere di una vista panoramica della città) inaugura la mostra Walking Mountains, con opere di arte contemporanea legate al cammino come pratica sovversiva, accompagnata il 1 novembre dalla performance partecipata di Hamish Fulton Walking Every Direction. Scendendo un po’ più a valle, CAMERA (museo dedicato alla fotografia) propone due grandi classici, Tina Modotti e Mimmo Jodice. Al MAO (Museo di Arte Orientale), tra le viuzze (che ti fanno innamorare di Torino) del quadrilatero romano, fa capolino Rabbit Inhabits the Moon, una mostra tutta da scoprire tra musica e performance del grande maestro Nam Jun Paik. Proseguendo in questa passeggiata tra le istituzioni dell’arte (e se finora l’avete fatta a piedi, molti complimenti, meritate tre fette di vitel tonnè) troviamo la GAM con una ampia proposta tutta al femminile: Berthe Morisot. Pittrice impressionista (con un display progettato da Stefano Arienti, per un dialogo tra il moderno e il contemporaneo), Maria Morganti (pittrice che lavora sul gesto e la sua stratificazione) e Mary Heilmann (astrattista americana che inizia ad operare negli anni ’70). Non lontano dalla stazione di Porta Susa l’immenso spazio di OGR ospita l’installazione Retinal Rivalry di Cyprien Gaillard (artista molto hype che ha finalmente una occasione espositiva in Italia, consigliatissimo!), a cura di Samuele Piazza: attenzione, exhibition night il 1 novembre. Nel quartiere di San Paolo una doppietta, la Fondazione Merz con Qualcosa che toglie il peso che mantiene l’assurdità e la leggerezza della favola di Mario Merz e la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo che presenta Silent Studio di Mark Manders, Your Mouth Comes Second di Stefanie Heinze e “Hearsay”, mostra personale di Bekhbaatar Enkhtur (artista vincitore del Premio Illy Present Future 2023) che raccoglie una serie di nuove opere dedicate a simboli comuni della superstizione. Da questo calderone di grandi classici vi estraiamo ancora una perla: il MAUTO – Museo Nazionale dell’Automobile (che se non avete ancora visitato vi consigliamo caldamente perché hanno creato uno splendido connubio tra materiali e allestimento) che per Artissima presenta, nella Project Room, la mostra Torino Stop dell’artista multidisciplinare Cristian Chironi. Ma, soprattutto, una performance sulla iconica Fiat Camaleonte che si muoverà tra le strade di Torino e che vi porterà in un viaggio inedito.

GLI INDIPENDENTI 

Fin qua tutti molto bravi, ma arriviamo alla parte che a noi di ZERO piace di più, la scena underground. Ovvero il reale motivo per cui tuttə vengono a Torino durante Artissima: i luoghi in cui stare insieme e in cui vedere espressioni di ricerca (che spaziano dal veramente pazzesco al sì mmh no), ma che comunque ci fanno sentire che l’arte e il mondo dell’arte sono ancora vivi e frizzanti. E soprattutto, dove poter fare tutto ciò bevendo quel Barbera buono di cui parlavamo.  Quest’anno Cripta 747 (grandi cuori) fa le cose in grande e inaugura il nuovo spazio, che aprirà ufficialmente da marzo 2025, in via Giolitti 32/c con una installazione, visibile durante tutto l’arco della giornata, di Lee Fraser e Federico Pozuelo, e live set serale di Heith & Visio, vincitori della residenza 2024. A pochi passi, Paint It Black si trasforma per questi pochi giorni in un ristorante temporaneo immaginato dagli artisti (sia per quanto riguarda le opere d’arte che le ricette proposte), con un fittissimo public program che miscela listening session, poetry listening e presentazione di libri (diteci se questi ingredienti non vi fanno già venire l’acquolina in bocca). Spostandoci tra Vanchiglia e Barriera (zona per eccellenza degli spazi no profit a Torino), troviamo Almanc con la mostra BLUE BLUE BLUE LIMBO di Industria Indipendente (consigliamo di visitarlo il 2 sera, durante l’apertura speciale), Mucho Mas! (con progetti di ricerca incentrati sulla fotografia contemporanea) con la mostra Human & Tiger conflict di Senthil Kumaran, documentarista indiano che esplora il rapporto uomo-animale attraverso le riserve di tigri e Associazione Barriera che inaugura Abyss Gazer, il guardatore dell’abisso di Francesco Cavaliere durante le sue famose e aristocratiche colazioni, l’ultimo giorno, ovvero il 3 novembre, per chiudere in bellezza (e stanchezza). Un programma già da capogiro arrivati sin qua, ma gli appuntamenti non sono finiti. Il nuovo Spazio Pat collabora con Panopticon Publishing per una giornata all’insegna del benessere e della condivisione il 2 novembre, tra moving meditation con Giulia Belle e Francesca Heart, reading di Eleonora Luccarini, performance di Luca Frati e workshop di autocura attraverso i principi attivi delle piante di Fornace Alchemica. Paola Clerico (di Case Chiuse, Milano) propone Essential Confidential di Alessandro Dì Pietro, per il secondo anno in una location inaspettata, il Ferramenta Drovetti. Concludiamo con dei bellissimi progetti legati all’editoria. Alla Drogheria (celebre locale per gli aperitivi con vista su Piazza Vittorio) la sera del 1 novembre, L’Essenziale Studio annuncia l’uscita del suo nuovo numero; mentre il 2 novembre alla libreria Bodoni, Filippo Andreatta presenta il libro di OHT (Office for a Human Theatre), sulla ricerca performativa legata all’immagine (messa a soqquadro) di Frankenstein. E infine (rullo di tamburi) alla GAM Giuseppe Gabellone e Diego Perrone raccontano i primi sette volumi della loro rivista sperimentale GRASSO (super wow), della misura fissa di 2×3 m (ovviamente ripiegata). Possiamo dire che anche quest’anno ci sono dei validi motivi per fare un salto a Torino (speriamo in compagnia di ZERO).

E poi un PS necessario: in tutto questo, pensavate mica ci fossimo scordati del C2C vero? Per aggiungere brace al fuoco, eccovi anche un super pezzo per il festival dell’avant pop (urca!).

LA GUIDA NELLA GUIDA: