CHIUSI CITTÀ: STORIA E ARTE
C’è tutto un piccolo mondo nelle dimensioni, ma grande nel contenuto, da scoprire, sviscerare e vedere quattro curve più su del Lars Rock. Al piano superiore e nobile di Chiusi città, piazzata sul cucuzzolo di un colle a 400 metri sul livello del mare, esistono ancora e resistono varie forme di vite passate: etrusche, romane, longobarde e medievali. Chiese, chiostri, vedute panoramiche, sotterranei e catacombe scavate nella roccia, c’è solo l’imbarazzo della scelta. Salendo da Chiusi Scalo, si può facilmente intuire come e perché Chiusi, nel sesto secolo a.C., fosse un capillare ombelico del mondo etrusco e non solo. Da quella collina, il Lars (re) Porsenna, nemico feroce di Roma, controllava tutta la Valdichiana, scrutava fino al Trasimeno e osservava anche cosa succedeva da quell’altra parte del fosso che ora indica il confine tra Toscana e Umbria.
Arrivando a Chiusi Città, dopo una bella sosta ombreggiata sotto gli alberi del Parco dei Forti o del giardinetto davanti al Teatro Mascagni, c’è subito il benvenuto, utilissimo a dare un’idea sul passato glorioso del posto, del Museo Nazionale Etrusco. Inutile dire che dentro questo edificio a forma di tempio, visitato ogni anno da frotte di turisti stranieri in bermuda e zaini pieni di guide etrusche, si possono trovare oggetti, reperti e testimonianze difficilmente rintracciabili da molte altre parti. Il biglietto, aspetto non secondario, comprende pure l’accesso a due tombe etrusche, quella del Leone e della Pellegrina. Per gli amanti del genere che volessero spingersi fino alla Tomba della Scimmia, con ciclo di pitture parietali incluso, e alla Tomba del Colle, è sempre necessario passare dal Museo per prenotare l’apposita visita.
Davanti al museo, in un uno-due fulmineo che potrebbe stendere i meno allenati ai giri culturali, c’è Piazza del Duomo. Da una parte l’ufficio della Pro Loco (sempre meglio farci un salto), in mezzo il Campanile e dall’altra il Palazzo Episcopale e la Cattedrale di San Secondiano, dentro e sotto il Museo della Cattedrale e il Labirinto di Porsenna, un percorso di cunicoli sotterranei di epoca etrusca. Ma Chiusi non finisce qui, prosegue attorno alla centrale via Porsenna, la strada delle botteghe locali. Non mancano, infatti, altri punti degni di una sosta o uno sguardo approfondito: a sinistra, risalendo da Piazza del Duomo, una meravigliosa piazzetta panoramica (l‘Olivazzo) mentre a destra merita una tappa Piazza XX Settembre. Fermate prenotate anche per la Chiesa di San Francesco, con il suo chiostro e le strade limitrofe che sfociano tutte in un suggestivo punto panoramico, con affaccio da cartolina sulla Valdichiana, chiamato “il Prato”.
Qualcosa da vedere, però, c’è pure nella parte di Chiusi città che si affaccia sui Laghi di Chiusi e Montepulciano e fa l’occhiolino al Trasimeno: da Piazza XX Settembre, scendendo verso Porta Lavinia, c’è tutto un piccolo labirinto di viuzze tipiche e vicoletti senza tempo dove spunta persino un Museo Civico, dimora di una città nascosta che termina in un laghetto sotterraneo. Per i completisti, ci sarebbero anche le Catacombe di Santa Mustiola e Santa Caterina, la cornice tipicamente toscana di Piazza Graziano e la Chiesa di Sant’Apollinare. Insomma, prima o dopo i concerti del Lars Rock, molto meglio non campare con il rimorso di non aver visto cosa c’è oltre quelle quattro curve in salita.