In una luminosissima Venezia è stato presentato il nuovo programma dell’autunno 2022 del Teatrino di Palazzo Grassi. Dopo avere depositato due pietre miliari negli spazi del Palazzo e di Punta della Dogana, rispettivamente con Marlene Dumas e Bruce Nauman, entrambe mostre imperdibili di cui vi abbiamo già lasciato qualche traccia, l’Istituzione rilancia il tutto con un ventaglio di eventi e soprattutto proiezioni, ad animare il Teatrino. Come sistema ormai consolidato e portato da molti, Palazzo Grassi apre le due mostre e ne ibrida i linguaggi con altrettanti palinsesti cinematografici: uno a cura della Dumas stessa, dove lascia traccia di alcune delle sue fonti di ispirazione, mentre il secondo è dedicato alla mostra di Nauman ed è a cura di Dominique Païni, critico di cinema e scrittore. Il titolo della prima rassegna è Una specie di Tenerezza. Marlene Dumas fra parole e immagini ed è in qualche modo pensato dall’artista per avvicinare lo spettatore ai suoi temi e alle sue forme, all’erotismo, l’innocenza e la tragedia, con titoli come Une partie de campagne“ (1936, 40′) di Jean Renoir, The Virgin Spring (1960, 89′) di Ingmar Bergman o Mamma Roma“ (1962, 105′) di Pier Paolo Pasolini.
Mentre Des pieds et des mains è la riflessione di Païni “intorno a Nauman” e che porta al centro la sua relazione mutevole con il corpo e il suo esistere nello spazio, accostando ad alcuni dei suoi lavori video altri film riflessioni specchianti come Dance or Exercise on the Perimeter of a Square” (1967-1968, 8′) di Bruce Nauman e il film “The Brown Bunny” (2003, 89′) di Vincent Gallo o ancora Fase” (2002, 57′) di Thierry De Mey, “Quadrat I+II” (1981, 14’58“) di Samuel Beckett, “Playing a Note on the Violin While I Walk around the Studio” (1968, 11’10“) di Bruce Nauman.
Ma la rassegna del Teatrino non si limita allo spettro delle due mostre in corso ma accoglie anche il film di Yuri Ancari Atlantide, tutto veneziano nel contenuto e dal quale nascono una serie di workshop e appuntamenti per i più giovani. E per porsi in qualche modo in una costante fase di ascolto del presente, accolgono anche TRANS-, in collaborazione con la docente delle IUAV Annalisa Sacchi, con due giorni di eventi dedicati ai nuovi ideali di identità.
Una chicca potenzialmente interessante che evidenzia il legame con la Francia è il FIFA, per noi tutti = calcio, ma che in realtà sta per l’acronimo di Festival International du Film sur l’Art (FIFA ça va sans dire) di Montreal, che include corti e lungometraggi incentrati su diversi temi quali le arti visive, l’architettura, la danza, la performance, l’arte urbana, l’arte multimedia e i ritratti d’artista.
Un approccio che racconta la volontà di continuare questa idea di non essere sempre e solo un prolungamento dei turisti ma di accogliere chi la città la vive quotidianamente e di offrire una programmazione accurata e di ricerca. Qui potete trovare il programma completo con anche i talk e i workshop che costellano tutta la stagione.