Dall’enorme quartiere-mercato di Tepito di Città del Messico, ogni primo del mese una folla vistosa porta con se’ una statua della morte per farla benedire in uno degli altari cittadini dopo la recita di un rosario. Si inginocchiano di fronte alla morte e chiedono protezione per sé e per i propri figli. Nel 2001 erano meno di centomila, ora sono tre milioni. La devozione alla Santa Muerte, divinità messicana di origini pre-colombiane, è riemersa nell’ultimo ventennio espandendosi anche all’Argentina e agli Stati Uniti e crescendo rapidamente con un ampio seguito tra la gente povera e nell’ambiente del narcotraffico e carcerario perché „l’unica cosa che può proteggere dalla morte è la morte stessa“.
Il documentario di Opificio Ciclope del 2006 Nuestra Santisima Muerte, prodotto in collaborazione con Xing, esplora questa singolare sottocultura religiosa attraverso bellissime immagini e interviste, con la colonna sonora di Egle Sommacal.
Presentato in un versione multischermo a Netmage07 Nostra Santisima Muerte ritorna questa sera (venerdì 13 gennaio dalle h 19) al Gallery16 in un evento totalmente dedicato al nuovo culto messicano insieme a una selezione delle opere del fotografo Miguel Zuniga Ruiz e le installazioni dell’artista Diego Borghi che circonderanno un Santa Muerte Caffè dove degustare (anche, ma non solo) tipiche bevande messicane come meZcal, Tequila, etc.. e acquistare gadget, t-shirt, poster e memorabilia che arrivano direttamente dalle bancarelle e dai negozi messicani o i manufatti dello stesso Borghi.
In serata anche live music a cura di Kiša tra desert rock e sperimentalismo wave. A seguire: Djset a cura di Gianluca Modica (g.Mod) e Matteo Romagnoli.