Il MAMbo cambia radicalmente rotta e da semplice museo si trasforma in spazio di produzione. Una vera factory che guarda all’esperienza di Berlino dei primi anni ’90, raccogliendo in una Sala delle Ciminiere riconfigurata in decine di spazi di lavoro progetti e artisti del territorio bolognese.
Nasce così il Nuovo Forno del Pane, risposta alle limitazioni imposte dal Coronavirus che prende spunto dall’identità produttiva dell’ex Forno del Pane voluto nel 1915 dal primo sindaco socialista di Bologna, Francesco Zanardi, per fornire un bene necessario come il pane alle fasce di popolazione più colpite dalla crisi. Allo stesso modo, un secolo dopo, il Nuovo Forno del Pane torna in soccorso della comunità, sfornando arte e cultura, beni altrettanto necessari per costruire il futuro e affrontare il presente.
Partirà, quindi, a breve una open call dedicata ad artisti, fotografi, designer, registi e creativi domiciliati a Bologna che insieme al proprio portfolio dovranno presentare le proprie idee per la costruzione di questa nuova comunità creativa. Gli artisti selezionati oltre alla Sala delle Ciminiere potranno usufruire anche della galleria al piano superiore che si affaccia su via Don Minzoni e ai singoli studi saranno affiancati una sala di registrazione e montaggio video, un laboratorio fotografico e camera oscura, una piccola stamperia, un laboratorio di falegnameria, uno spazio di sperimentazione sulle nuove tecnologie di Realtà Aumentata, un‘emittente radiofonica (è allo studio una collaborazione NEU Radio), uno spazio per l’editoria artistica, una sala musica, un‘area performativa e una dedicata a reading group di autoformazione.
Il logo che rappresenterà visivamente la nuova vocazione produttiva del museo è stato realizzato da Aldo Giannotti, che da giugno avrebbe dovuto essere protagonista della mostra Safe and Sound posticipata a data da destinarsi.
In questo contesto, le collezioni permanenti MAMbo e Museo Morandi e la biblioteca con le modalità di gradualità nella riapertura dei musei definite dall’Istituzione Bologna Musei, proseguiranno nelle loro funzioni di valorizzazione del patrimonio, ma diventeranno al contempo luoghi in cui sperimentare la museologia più radicale, proponendo piccoli focus temporanei che attingeranno alle opere non esposte, riflettendo sui temi della contemporaneità.
In un probabile scenario di orari di apertura ridotti e stringenti norme di sicurezza, si supererà anche la tradizionale dinamica guardasala/visitatore per andare verso la relazione mediatore/persona. Attraverso lo sviluppo dei progetti già avviati dal Comune di Bologna grazie ai fondi europei PON Metro e intensificando le partnership con Accademia di Belle Arti e Università di Bologna si svilupperanno attività di formazione di mediatori museali qualificati che interagiranno con il pubblico.
Nel contesto del centro di produzione e degli studi d’artista che vedranno la luce nel museo, l’attività del Dipartimento educativo sarà ulteriormente valorizzata in termini progettuali, lavorando a proposte basate sul “fare” arte, con il coinvolgimento diretto degli artisti, dei professionisti e degli addetti del settore in un approccio non esclusivamente basato sulle opere ma anche e soprattutto sulle pratiche, sul processo, sulla relazione e sull’uso di laboratori e materiali a disposizione.
Il progetto Nuovo Forno del Pane rimarrà attivo al MAMbo per tutta la durata del distanziamento fisico imposto dal virus, trasferendosi poi in una sede da definire vicina alla Manifattura delle Arti.
«Crediamo – ha detto il direttore artistico Lorenzo Balbi – che questo format potrebbe diventare un modello non solo in Italia».