Del rischio che l‘auto privata possa diventare il mezzo di trasporto privilegiato a causa del Coronavirus ne abbiamo già parlato. Qualche giorno fa è anche partito un appello da parte di 90 tra associazioni, cittadini e rappresentanti delle istituzioni per scongiurare questo scenario tutto smog e infiammazioni respiratorie con un piano per la mobilità post-Covid incentrato sull‘utilizzo della bicicletta. E qualcosa in tal senso pare si stia muovendo. Dopo le parole di Vittorio Colao e gli annunciati finanziamenti per l’acquisto di bici elettriche e monopattini della ministra De Micheli, ora anche Bologna inizia ad attivarsi per affrontare la questione degli spostamenti nelle prossime fasi dell’emergenza accelerando il completamento della Bicipolitana.
La rete, composta in totale da 493 km di linee ciclabili (di cui 145 esistenti) per connettere tutti i principali centri abitati, poli produttivi e funzionali del territorio metropolitano, sarà realizzata al 60% entro il 2020. E per anticiparne la realizzazione, oltre allo sblocco dei cantieri avviati e di alcuni progetti già in programma, si creeranno alcune corsie temporanee di connessione per poter cucire tra loro i tratti esistenti.
Lo ha annunciato oggi in conferenza il sindaco Virginio Merola, affiancato dal Consigliere metropolitano delegato alla Mobilità Marco Monesi e dall’Assessore del Comune di Bologna alle Politiche per la mobilità Claudio Mazzanti.
“Le misure di distanziamento sociale, l’utilizzo di dispositivi di protezione individuale e le altre strategie per limitare la diffusione del virus soprattutto negli spazi chiusi – ha spiegato Merola – contribuiranno ad aumentare l’uso dell’auto privata che nell’immaginario collettivo inizierà ad essere considerato il sistema di trasporto più sicuro perché garantisce l’isolamento rispetto ai mezzi del trasporto pubblico. È facile quindi prospettare un aumento dell’inquinamento atmosferico e della congestione nelle nostre strade. Occorrono contromisure per mitigare questo scenario ed offrire una mobilità sicura e sostenibile e la Bicipolitana rappresenta un tassello fondamentale di questa strategia, insieme ad altri di cui ho già parlato nei giorni scorsi come il tema degli orari della città e dello smart working, misure strategiche per gestire al meglio la mobilità quotidiana delle persone. Per questo cercheremo di anticiparne e velocizzarne la realizzazione perché ampi tratti siano percorribili già entro il 2020, per far si che nella fase 2 e ancora di più da settembre sia uno strumento in campo per la mobilità dei cittadini”.
Entro la fine dell’anno dovrebbero in pratica essere realizzate 126 km di nuove piste. Tra queste ricordiamo: l’Asse ciclopedonale metropolitano Santerno, l’asse ciclopedonale metropolitano della Val Sellustra, l’asse ciclopedonale metropolitano della via Emilia-Mordano, il tratto Ganzanigo-Medicina, il collegamento ciclopedonale con l’Unipol Arena a Casalecchio, il collegamento ciclopedonale con APEA Ponte Rizzoli a Ozzano, l’asse ciclopedonale della via Emilia Ozzano-Castel San Pietro Terme, l’asse ciclopedonale della via Emilia Ozzano-San Lazzaro di Savena, la pista ciclabile Rastignano-Pianoro Vecchio e, a Bargellino (Calderara di Reno), l’asse principale via Torretta-via Finelli.
Per quel che riguarda il capoluogo verranno invece concluse le seguenti direttrici: sviluppo della rete ciclabile dal centro in direzione nord (Stalingrado, Zanardi, Corticella-Croce Coperta a confine Castel Maggiore), corridoio ciclo-eco-ortivo di via delle Bisce, ciclabile in via Stazione Roveri-via della Centralinista-Bike station SFM Roveri, ciclabile Bisce-Ferroviere-Smistamento Martinetti – Fantoni – Fresatore – Fonditore – Industria – Rot. Modonesi Pilastro – Panzini – Rotonda Visconti – Viadagola (San Donato).
„Direzione giusta, ma tempi troppo lunghi – ha commentato Simona Larghetti, presidente della Consulta della Bicicletta. Rileviamo alcune mancanze sulla zona del Comune di Bologna: gli unici interventi previsti entro l’estate, quindi in una logica di emergenza, sono quelli delle ciclabili Saragozza e Andrea Costa, mentre rimangono fuori gli assi a est,come via Murri e via Massarenti, che serve aggiungere al piano in quanto importantissimi per la mobilità in bici e strade “obbligate” in molti spostamenti, già oggi molto trafficate e pericolose per chi pedala. Anche il centro storico è del tutto scoperto da interventi urgenti,e questa assenza risulta ancora più problematica se si considera che è una zona ad oggi servita strategicamente dal TPL (trasporto pubblico locale, ndr) e che gli spostamenti al suo interno sono tipicamente brevi: doppi sensi ciclabili, case avanzate e nuove rastrelliere sarebbero da realizzare prima del grande rientro di settembre, altrimenti non risponderemmo a criteri di emergenza, ma consolideremmo solamente obiettivi di medio periodo. Serve un cronoprogramma certo e l’uso di strumenti flessibili e già finanziati, come il global manutenzione strade/segnaletica e l’accordo-quadro pensato proprio per gli interventi urgenti. Il rischio concreto, altrimenti, è quello di farci trovare impreparati“.
La foto in copertina è relativa alla Bicipolitana di Pesaro.