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Resilienze Festival: una playlist di Giovanni Di Domenico

Geschrieben von La Redazione il 26 August 2020
Aggiornato il 27 August 2020

Foto di Andrea Messana

Dal 10 al 13 settembre torna alle Serre dei Giardini Margherita Resilienze Festival, l’evento di Kilowatt che si concentra sulle grandi trasformazioni planetarie mostrando le interazioni, i legami e le connessioni tra ambiente, società, economia e cultura e interrogando i linguaggi dell’arte per esplorare punti di vista alternativi.

Tra gli ospiti ci sarà anche il pianista/compositore Giovanni Di Domenico con un concerto venerdì 11 settembre alle h 20 che fonde tecniche e approcci alla musica contemporanea di diversa provenienza e tradizione.

A lui abbiamo chiesto, come facciamo spesso, di suggerirci alcuni dischi per prepararci all’evento ed ecco cosa ci ha consigliato.

Hans Otte – “Das Buch Der Klänge”
Capolavoro del minimalismo europeo, libro di composizioni per piano assolutamente sottovalutato e che a me ha ispirato moltissimo


Jim O’Rourke – “Sleep Like It’s Winter”
Di Jim potrei mettere tutto, questo è un lavoro sul ‘fare un disco ambient’ senza eguali, tante cose da dire ma forse meglio solo ascoltare


Milton Nascimento – “Clube Da Esquina”
Canzoni immortali, orchestrazioni geniali e una produzione che trasuda creatività, per me il pop dovrebbe essere sempre così.


Georg Friederich Haas – “….und….”
Musica contemporanea ‘dura e pura’ ma di una profondità e emotività pazzesche, un viaggio sonoro antico e super moderno allo stesso tempo.


Tony Conrad & Faust – “Outside The Dream Syndacate”
Il vero drone, suono ‘fisico’ che ti entra nei nervi fa ballare le sinapsi.


Jon Hassell – “Dream Theory In Malaya”
Uno degli inventori del suono moderno in uno dei suoi lavori più riusciti, vorrei essere stato uno dei primi ad ascoltare questo disco quando è uscito, mi immagino solo il livello di eccitazione che doveva essere….


Sun Ra – “Lanquidity”
Psych/free/funk/cosmic/ecstatic, una goduria di grooves e psichedelia


Claudio Rocchi – “Volo Magico n.1”
Il lato A è una delle più belle pagine di musica di sempre, piango ogni volta che l’ascolto!