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Torna Archivio Aperto: cinque giorni di visioni tra memoria, arte e sperimentazione

Geschrieben von La Redazione il 23 September 2025

Cinque giorni per viaggiare dentro un cinema che vive ai margini dell’industria, lontano dalle regole della distribuzione e della produzione mainstream, ma che proprio per questo resta più libero e sorprendente. Dal 26 al 30 settembre Bologna ospita la nuova edizione di Archivio Aperto, il festival di Fondazione Home Movies – Archivio Nazionale del Film di Famiglia, che da oltre vent’anni cataloga, conserva e restituisce al pubblico un patrimonio sterminato di oltre 40.000 pellicole private e sperimentali.

Il tema scelto quest’anno è Time of liberations: una riflessione sulla liberazione in tutte le sue forme – politica, sociale, coloniale, ma anche personale e creativa. “Come ci hanno insegnato Maya Deren, Jonas Mekas o Roberto Rossellini, che 80 anni fa realizzava Roma città aperta tra le macerie e con pellicole scadute” racconta la co-direttrice artistica Giulia Simi.

Cuore del programma è l’omaggio a Marinella Pirelli, pioniera del cinema sperimentale e dell’arte visiva italiana, nel centenario della nascita. Archivio Aperto le dedica una project room alla Sala Berti dell’ex Convento di San Mattia: diapositive inedite, illustrazioni botaniche, installazioni in 16mm e un percorso che intreccia natura e luce, dagli erbari degli anni Quaranta fino agli esperimenti più visionari degli anni Settanta.
L’opening ufficiale, venerdì 26 settembre, porta invece i suoi testi sulla scena con la performance Il mio possibile vero: protagonista l’attrice Isabella Ragonese, accompagnata dalle immagini di Pirelli e dalla sonorizzazione live di Laura Agnusdei (ex Chiesa di San Mattia ore 18.30).

Sempre la sera del 26, al Cinema Modernissimo, la regista Anna Negri presenta Toni, mio padre, ritratto intimo dell’intellettuale e attivista Toni Negri, già passato alla Mostra di Venezia. Un viaggio che mescola film di famiglia, Super8 girati dalla stessa Anna e repertori televisivi, trasformando la relazione padre-figlia in un dispositivo narrativo capace di raccontare conflitti generazionali e tensioni tra ideologia e vita.

Il festival dedica poi una retrospettiva a Kenneth Anger, figura di culto del cinema d’avanguardia, con dodici titoli in pellicola e digitale che riportano sul grande schermo il suo universo visionario e mistico. A Bologna sarà presente anche la regista sperimentale Rose Lowder, ospite della sezione La natura dell’archivio, con una selezione di quindici opere in 16mm dedicate al paesaggio naturale e alla sua poetica ecologica (28/09, ore 17:30; 29/09, ore 18:45, 30/09, 17:30).

Non manca lo sguardo postcoloniale con L’archivio che non c’è, che quest’anno si concentra sui cinquant’anni della liberazione del Mozambico dal colonialismo portoghese, attraverso film privati e testimonianze in grado di raccontare la transizione storica e i legami con la memoria personale.

All’interno della sezione Poetry, Diary and Novels, che nel 2022 aveva ospitato il Premio Nobel per la Letteratura Annie Ernaux, arriva invece la scrittrice olandese Judith Koelemeijer con la biografia di Etty Hillesum, che ricostruisce la vita della giovane autrice dei Diari deportata e uccisa ad Auschwitz nel 1943 (28/09, ore 15.00, Ex Chiesa di San Mattia).

Al centro del festival resta comunque il Concorso internazionale, che presenta ventuno opere basate sul riuso creativo dei materiali d’archivio, tra cui sette lungometraggi in anteprima italiana. Dai montaggi enciclopedici di Holofiction di Michal Kosakowski sulla rappresentazione della Shoah a Partition di Diana Allan sulla memoria palestinese, fino a Special Operation di Oleksiy Radynski realizzato con i video di sorveglianza di Chernobyl e molti altri.

Spazio anche al ricordo di Andrea Granchi (1947–2024), figura centrale del cinema d’artista italiano, con tre pellicole restaurate che giocano tra immagine fissa e in movimento.

QUI IL PROGRAMMA COMPLETO