Ad could not be loaded.

Torna Terra di Tutti Film Festival: diritti umani, cambiamento climatico, parità di genere, migrazioni

Geschrieben von La Redazione il 5 Oktober 2022

Foto di Alessandro Cinque

Torna per la sedicesima edizione, dal 6 all’11 ottobre, Terra di Tutti Film Festival organizzato da WeWorld e COSPE per riflettere ogni anno su diritti umani, cambiamento climatico, parità di genere, migrazioni e conflitti «dimenticati» con regist*, giornalist*, attivist*, scrittor* e ospiti internazionali.

Dopo l’opening di mercoledì 5 ottobre con la proiezione al Cinema Lumière di The Matchmaker di Benedetta Argentier, un’intervista esclusiva a Tooba Gondal, una delle più famose jihadiste britanniche, si comincia ufficialmente giovedì 6 ottobre con una serata interamente dedicata all’Afghanistan nella quale verrà presentato anche il progetto di poster art di CHEAP Pane, lavoro e libertà – lo chiedono le donne afghane, oltre alle proiezioni di Ghosts of Afghanistan di Julian Sher e Natalie Dubois (Canada, 2021, 90’) e, a seguire, Stefano Liberti racconta l’Afghanistan in cui il giornalista Stefano Liberti, attraverso podcast inediti, video e voci, racconta la storia di Zaynab, una calciatrice in fuga dall’Afghanistan dei talebani.

Nel pomeriggio, invece, tra i tanti appuntamenti, Take the Mic, un incontro su come le seconde generazioni, stanche di essere rappresentate attraverso stereotipi e cliché, hanno deciso di raccontarsi. Con Momoka Banana, la scrittrice Espérance Hakuzwimana, la stilista e imprenditrice Hind Lafram, moderate dalla scrittrice e podcaster Nadeesha Uyangoda.

Venerdì 7 è invece il giorno dell’incontro al DAS alle h 17 Africa Queer – tra diritti negati e attivismo, un momento di confronto tra l’attivismo italiano e quello africano, passando per gli strumenti, i contesti e il ruolo della cultura nella lotta contro le discriminazioni e gli stereotipi. Tra gli ospiti Sam Ndlovu, attivista transgender zimbabweano. Alle 18,30 poi, negli spazi del DamsLab verrà inaugurata la mostra Così Lontane Così vicine, una rilettura di genere realizzata da Renata Ferri dei reportage fotografici di WeWorld. La mostra è aperta al pubblico nelle giornate di giovedì 6, venerdì 7 e sabato 8 dalle 10 alle 19 e domenica 9 dalle 16 alle 19.

Tra le proiezioni di spicco invece Feneen di Giulia Rosco, un viaggio nella scena musicale urbana del Senegal e Myanmar Diaries del collettivo The Myanmar Film Collective e vincitore del premio del pubblico al Festival di Berlino 2022.

Sabato 8 ottobre è dedicato prevalentemente alla Palestina con il talk La produzione culturale in contesti di emergenza: voci dalla Palestina alle 15 al DAS, l’incontro delle 17 al Centro Costa Acqua e agricoltura nei territori palestinesi occupati. Confronto e dibattito sull’accesso all’acqua in agricoltura in Palestina e la la proiezione di Sarura: The future is an Unknown Place di Nicola Zambelli che racconta la lotta che un gruppo di giovani palestinesi conduce alle porte del deserto del Negev contro l’occupazione militare israeliana, attraverso azioni nonviolente, videocamere e la ristrutturazione dell’antico villaggio di grotte di Sarura.

Chiudono il festival domenica 9 ottobre la proiezione di One Day One Day di Olmo Parenti prodotto da Will Media sullo sfruttamento che subiscono i migranti nelle campagne pugliesi. Segue alle 20,30 la prima bolognese di Negra di Medhin Tewolde Serrano: attraverso le storie di cinque donne afro-discendenti la regista esplora cosa significhi abitare il Messico da donna di colore. Alle 22,00 Writing with fire di Rintu Thomas e Sushmit Ghosh: presentato al Sundance Film Festival 2022, racconta la storia di Dalit, l’unico giornale indiano gestito da donne.

QUI IL PROGRAMMA COMPLETO