È un viaggio alla ricerca delle origini personali, un’indagine sull’autorappresentazione, questa nuova edizione di Archivio Aperto: sguardi di migranti, diari visivi e universi familiari che si incrociano dal 25 ottobre al 7 dicembre 2019 tra proiezioni, mostre, incontri e workshop dedicati al cinema privato in formato analogico.
Sarà l’opera di Jonas Mekas, figura di spicco dell’underground newyorkese e punto di riferimento del New American Cinema, ad aprire il festival di Home Movies, con una corposa rassegna di eventi dal titolo esplicativo I had nowhere to go. Il filmmaker di origini lituane, che ci ha lasciati il 23 gennaio di quest’anno dopo una lunga vita dedicata al cinema indipendente, nel 1944 fu costretto a fuggire dalla propria terra a causa della sua attività clandestina contro l’occupazione nazista, per finire prima in un campo di lavoro forzato in Germania, poi alla fine della guerra in un campo profughi e, infine, a New York. Un vero e proprio esilio che ha lasciato segni profondi nella sua anima scolpendone la poetica e lo stile.
Si inizia, quindi, venerdì 25 ottobre alle ore 18.30 nella sede di Home Movies all’Istituto Parri con i video della prima bobina di Lost Lost Lost (1976), canto di un emigrato approdato nel Nuovo Mondo, le installazioni Jonas’ tree di Giuseppe De Mattia, e la project room dedicata ai suoi diari A Silent Movie di Ritardo. Diari che saranno poi protagonisti anche di un reading di Emidio Clementi musicato da Massimo Pupillo, seguito da un dj set di Laura Agnusdei con una selezione di musiche incentrata sull’intersezione tra folklore lituano e musica sperimentale.
L’omaggio continua fino al 3 novembre con un ciclo di proiezioni in pellicola 16mm: Lost, Lost, Lost a Raum (sabato 26 ottobre in collaborazione con Xing) raccoglie le immagini girate a New York tra il 1949 e il 1963, un epos del quotidiano fatto di sbarchi e feste di emigrati, manifestazioni pacifiste, sguardi sulla città e prime esplorazioni nel cinema underground; in Reminiscences of a Journey to Lithuania (domenica 27 all’Istituto Parri) emerge la dimensione nostalgica dello straniero; e Cartoline dall’America ripercorre le influenze dell’opera di Mekas nel lavoro di Massimo Bacigalupo, fondatore negli anni ’60 della CCI Cooperativa Cinema Indipendente (martedì 28 ottobre).
Altro omaggio importante è quello dedicato a Boris Lehman, uno dei registi più rappresentativi del formato film-diario in Super8 e 8mm. Un tentativo di auto-descriversi il suo che va avanti da oltre mezzo secolo e si è accumulato in centinaia pellicole che ritraggono se stesso, le persone incontrate e i ricordi della propria vita. La retrospettiva di sabato 2 e domenica 3 novembre, oltre a numerose proiezioni alla presenza del regista, include il workshop “A spasso con Boris”, un’occasione per filmarsi e fotografarsi insieme al cineasta belga entrando così a far parte del mondo lehmaniano (il suo archivio), girovagando per Bologna, mangiando e bevendo assieme, tra una proiezione e l’altra.
L’indagine sull’autorappresentazione torna anche nel cinema sperimentale e d’artista di Marinella Pirelli e Valentina Berardinone (mercoledì 30 ottobre), due cineaste degli anni Sessanta e Settanta riemerse dagli archivi che con la loro cinepresa hanno fatto arte e al contempo raccontano sia l’universo famigliare, che il proprio mondo interiore.
L’artista Martina Melilli sarà invece la protagonista del programma congiunto di giovedì 31 ottobre: Home Movies ospita la proiezione di My home, in Libya (2018), pellicola in cui la giovane autrice ricostruisce la storia dei nonni, nati e cresciuti a Tripoli fino al 1970 quando il regime di Gheddafi ordinò la confisca dei beni alle famiglie italio-libiche e la loro immediata espulsione; a Spazio Labò sarà invece esposta la mostra Il giorno che ci siamo imbarcati su questa grande nave bianca, parte del progetto più ampio che è TRIPOLITALIANS, archivio di storie raccolte a colmare uno dei più grandi rimossi del nostro Paese come la colonizzazione della Libia e il rimpatrio forzato di ventimila italiani.
Tra i numerosi appuntamenti, spiccano poi la giornata al MAST dedicata alla fabbrica italiana di pellicole fotografiche e cinematografiche Ferrania (sabato 9 novembre,in occasione di Foto/Industria) che si conclude con un montaggio di materiali d’archivio sonorizzati dal vivo di Laura Agnusdei; EXIT III di sabato 16 novembre, con gli interventi artistici di Mia Suppiej, Letizia Calori e Marcello Spada realizzati in negozi di alimentari gestiti da immigrati; le proiezioni in Super8 a Raum di Stefano Bettini musicista e film-maker fiorentino tra i protagonisti dell’underground italiano degli anni ’80 e ’90, che militò anche come urlatore nel band hardcore I Refuse It!; Le quattro stagioni al Teatro San Leonardo venerdì 29 novembre con le immagini in 8mm, super8 e 16mm girate a Bologna tra gli anni ’40 e gli anni ’70 e sonorizzate dal vivo di Guglielmo Pagnozzi.