Venti Pietre chiude. Dopo 3 anni l’associazione dovrà lasciare la casa del popolo di via Marzabotto 2 per far spazio a un bel palazzone nuovo. Si interrompe così un bellissimo esempio di riuso e riqualificazione culturale di uno spazio abbandonato, che ha dato vita a esperienze importanti, tipo quella del comitato Rigenerazione NO Speculazione, che oggi conduce la battaglia per i Prati di Caprara. E, poi, ancora presentazioni di libri, dibattiti politici, incontri femministi, concerti, gruppi di acquisto solidale e addirittura matrimoni. Un vero e proprio catalizzatore sociale.
Il destino, però, era già segnato, poiché l’immobile era stato concesso gratuitamente con un contratto di comodato d’uso e ora è stato venduto. Tutto secondo le dure regole di un altro tipo di riqualificazione, quella urbana messa a norma dal POC (Piano Operativo Comunale) del 2015 che ne aveva già previsto l‘abbattimento per far posto ad abitazioni singole, negozi e servizi. Qui sotto il progetto.
Che ne sarà, quindi, di Venti Pietre? Alle 18.30 è stata organizzata un‘assemblea pubblica per discuterne.
Ci duole però constatare ancora una volta e con rammarico che la cultura dal basso indicando la strada di una riqualificazione immateriale e rivitalizzando luoghi dimenticati crea di fatto un valore aggiunto che puntualmente si trasforma in plusvalenze e mattoni. Così è stato per Oz, così per Venti Pietre e molti altri. Ci chiediamo: è davvero un percorso obbligato? O la politica può ancora fare delle scelte diverse?