Sono i primi anni 90, siamo a Staten Island, Nyc city, quando da un “Family Affaire” nasce uno dei progetti che influenzerà di più la storia del rap e il suo movimento su scala globale. Tre cugini, RZA, GZA e ODB (Old Dirty Bastard), iniziano a produrre i primi beat e gettare le prime barre da uno scantinato dando così vita al Wu-Tang, collettivo che rivoluzionerà il modo stesso di rappare e il suo immaginario.
Dopo un tour nordamericano di enorme successo all’inizio di quest’anno, il gruppo hip-hop più iconico al mondo, il Wu-Tang Clan, annuncia le date internazionali del tour Wu-Tang Forever: The Final Chamber, che includono anche l’Italia, l’8 marzo all’Unipol Arena di Bologna.
Ascolto rap da quando avevo 12 anni e sul mio vecchio Nokia con l’antenna campeggiava la “W” in pixel: niente cuoricini o loghi da poser, solo il simbolo del Clan. Da “Enter the Wu-Tang (36 Chambers)” in poi, hanno riscritto le regole della musica: rime taglienti, filosofia Shaolin, mentalità di strada e un suono che non faceva sconti a nessuno.
Tra i pezzi che amo ci sono “C.R.E.A.M.”, quei quattro versi di “Cash Rules Everything Around Me” che sembravano una sentenza; “Protect Ya Neck”, furiosa, cruda, senza filtri; e “Triumph”, orchestrale, enorme, con ogni membro in guerra come fosse l’ultima strofa della vita. In quei brani c’erano verità, fame, rabbia e sopravvivenza: tutto ciò che il rap doveva essere.
RZA è un genio assoluto: produttore, architetto del suono Wu, capace di mescolare saltelli glitch, campioni soul, film di arti marziali e campane di tempio Shaolin. Ha creato un mondo, non solo dei beat. E Method Man? Icona indiscussa: voce roca, presenza enorme, carisma totale . Quando entra lui, cambia l’atmosfera, comanda la scena.
Perfino Bill Murray, nel suo genio fuori schema, ha incrociato il culto del Clan a dimostrazione di quanto il loro immaginario abbia contaminato mille cose. Si racconta che sia stato visto con RZA e GZA a versare tequila dietro a un bar, e c’è la leggenda (probabilmente uno scherzo) che nel contratto dell’album “Once Upon a Time in Shaolin” i membri del Clan o Bill Murray avrebbero potuto tentare un “heist” per riprenderselo.
La storia del rap parla chiaro, il Clan è legge. Il Wu-Tang domina da trent’anni, e la loro forza è ancora intatta.
Non possiamo perderceli.