56 tra artisti e collettivi senza vincoli tematici o di medium, ma con un solo “limite” che li accomuna: l’essere nati non prima del 1980. La mostra d’esordio del nuovo direttore del MAMbo, Lorenzo Balbi, – la prima vera esposizione importante a un anno dalla sua nomina – segna un chiaro punto di svolta rispetto al passato del museo, aprendo la strada alla ricerca sulle nuove generazioni e, soprattutto, alle nuove produzioni con opere inedite realizzate per l’occasione. Un approccio del tutto differente rispetto a quello più rigido delle precedenti direzioni in un un museo che si ricalibra sul contemporaneo e ambisce ad essere anche attore culturale e contenuto, oltre che contenitore.
That’s IT! Sull’ultima generazione di artisti in Italia e a un metro e ottanta dal confine è il manifesto di questa sfida, una lettura composita e senza confini del presente che succhia il proprio sottotitolo da una poesia di Munari quantomai attuale: “In italia l’arte ha da essere italiana / in polonia polacca / in turchia turca e se un turco va a dipingere in polonia / che arte ha da fare? / e se la polonia occupa la turchia? in italia arte italiana e a un metro e ottanta dal confine francese? / in italia arte italiana / in sicilia siciliana / in piemonte piemontese / a milano milanese / e in corso garibaldi 89? / in italia l’arte ha da essere arte / in polonia arte / l’etichetta verrà dopo”.
Al centro l’immaginario dei millennials tra tecnologie, media, religione, relazioni, spazio pubblico, realtà aumentata, cultura metropolitana, migrazioni, crisi, controllo, videogiochi e Berlusconi. Una sintesi generazionale che invade tutti gli spazi del museo e sconfina a partire già dal portico di via Don Minzoni, dove il MAMbo ha deciso di non oscurare la propria “vetrina” mettendo simbolicamente in comunicazione la Sala delle Ciminiere con l’esterno.
A parte la toilette, forse, sono pochi gli spazi non coinvolti: l’ingresso con i frammenti sonori estratti da Paperino di Diego Marcon, il foyer con la media-sculpture di Riccardo Benassi (uno schermo LED che trasmette un suo messaggio al giorno per ogni giorno della sua vita) e un biliardo – utilizzabile – di Roberto Fassone, le scale che portano alla collezione permanente con l’istallazione metamorfica di Giulia Cenci, il dipartimento educativo con il palco di Adelita Husni-Bey fino ad arrivare a una “sala espositiva virtuale” su instagram e al catalogo, progetto grafico Federico Antonini che si unisce al carattere tipografico creato ad hoc da Alessio D’Ellena, omaggio al codice ASCII tipico degli anni Ottanta.
L’opening stesso è un’opera: il live set di Lorenzo Senni giovedì 21 giugno alle h 22 nel Parco del Cavaticcio.
Ci si perde, è chiaro, ma difficile non ricordare, ad esempio, i 31 piranha che ruotano attorno a una testa senza volto nell’acquario di Ruth Beraha, le sculture di Giulio Delvè Polinieri e Qualchetesta che richiamano ironicamente le contrapposizioni tra forze dell’ordine e antagonisti di Bologna, l’arazzo di Angelo Licciardello & Francesco Tagliavia che celebra il maestoso fallimento della nazionale italiana esclusa dai mondiali di calcio del 2018 e il torneo di PES dei The Cool Couple dove è possibile sfidarsi tra squadre di artisti come ad esempio Arte Povera contro Futurismo con campioni quali Kounnellis, Boetti, Burri, Pistoletto ecc.
Prendetevi un paio d’ore e andate a visitarla con calma.
SALVATORE PAPA
Written by Salvatore Papa