Se non avete mai assistito a una ball, non potete immaginare l’energia e la vitalità che circondano queste competizioni. Dai partecipanti in attesa di sfidarsi sulla catwalk fino ai giudici pronti a decidere il vincitore per ogni categoria, tutti si riuniscono per celebrare il divertimento, la competizione, il senso di comunità, ma soprattutto una cultura con una lunga storia, legata a quella delle minoranze LGBTQ+ afro-americane e latine in America.
Negli anni Settanta e Ottanta la ballroom scene era un mondo fantastico ed effimero, un rifugio dove potersi esprimere liberamente e realizzare le proprie fantasie, un raduno per le minoranze queer di New York. Un luogo in cui ragazzini omosessuali e transessuali, abbandonati dalla famiglia, potevano trovarne una nuova (le House). Nelle ball lo stile e il lusso delle classi privilegiate venivano imitati e reintepretati in sfilate in cui si premiava la realness, la verosimiglianza. Ed è lì che è nata una danza, il Voguing, che prende spunto dalle pose delle modelle sulle copertine di Vogue e che si è evoluta in diversi stili fino a oggi. Questo mondo è stato raccontato in documentari, come Paris is Burning (1990), How do I Look (2006) e KIKI (2017), e reso popolare anche grazie ai riferimenti presenti nel talent Rupaul’s Drag Race e a una serie televisa, Pose (2018).
Madrina italiana del voguing è Barbara Pedrazzi, in arte La B. Fujiko (leggetevi la nostra intervista). La sua nuova competition al RED è l’occasione perfetta per avvicinarsi a questo fantastico stile. Il tema è quello dei cartoni animati. Qui trovate tutte le info.
Written by Alessandro Cane