Maestro e guida di lunghi viaggi costellati da sonorità vorticose, Ben Klock tende una mano verso il dancefloor per scortarci sino alla meta e con l’altra alza le frequenze per entrarci nel petto. I suoi set sono ridde allucinati ricolmi di suoni metallurgici e rimandi detroitiani, groove catartici che parlano al corpo e alla mente.
Ben è da sempre sinonimo di potenza e classe cristallina, una garanzia di qualità che lo ha consacrato tra i più grandi al mondo. Per apprendere l’ABC della techno, una lezione va dedicata al patron di casa Klockworks, resident del Berghain e BFF di un’altra colonna del genere, l’austero Marcel Dettmann.
Chi ha visto Ben danzare in consolle ai tempi della love story con Nina Kraviz conosce le sue mosse infallibili e il sorriso che emerge quando basslines tonanti, selezionate dalla sua esperienza, riempiono la sala. Ben Klock è quel capitolo del libro di storia che devi conoscere a memoria se vuoi guadagnarti il bacio accademico.
Adam Beyer è uno dei pochi dj che farebbe ballare anche i muri. Nella sua lunga carriera ha fatto tappa in tutti gli “ambienti” consacrandosi tra le stelle del dj system. Merito anche della sua etichetta, una delle più prolifiche del genere techno, fin da quando non era di moda: la Drumcode.
Ricordo una maratona di 12 ore che mi portò fino all’alba e lui instancabile in consolle con un vigore inarrivabile: non si può incasellare il suo suono e che sia house o techno è sicuramente ben fornito di basse frequenze. Adam è l’uomo di “Ta Bueno Ya!”, ben nota ai veterani anche per il “Manipulated” remix e di “Stone Flower”, è il dj della cassa con i piatti e i un po’ di vocal, sparsi qua e là, che mettono d’accordo tutti: provare per credere.
Written by Laura Cap + Simone Zag + Jack Scavino