Se per un festival arrivare alla 27esima edizione è già un primato (almeno in Italia), farlo celebrando la passione per una sottocultura è qualcosa di più unico che raro. Dal 1993 il Festival Beat è un’ode ai Sixties, alla varietà dei suoni che hanno attraversato quel decennio caleidoscopico – garage, psichedelia, soul, r&b e, beh, rock’n’roll – ma anche al suo immaginario. E quindi non solo musica da ballare e ascoltare, ma anche moda e arti visive. Un’attitudine fieramente underground – nella scelta delle band ospitate, ma pure nell’organizzazione dell’evento – che in ventisei edizioni ha unito generazioni diverse e portato a Salsomaggiore Terme un turismo (dall’Italia ma pure dall’estero) legato a un certo tipo di divertimento, che in fondo trascende tanto le mode quanto la nostalgia. Dopo aver ospitato, negli anni, Radio Birdman e Barracudas, Bellrays e Sonics, Mummies e Gories, The Chocolate Watchband e The Scientists, il Festival Beat torna, come sempre, con un’altra line up di peso: headliner un pilastro indiscusso del power pop come i mitici Flamin Groovies, sul palco con i classici e i brani da “Teenage Head”, il garage revival dei leggendari The Cynics da Pittsburgh, il beat degli scozzesi The Kaisers, e poi il surf’n’roll dal Messico dei The Sonoras, il blues degli spagnoli Guadalupe Plata e il garage psych delle losangeline The Darts. Tra dj set tutti da ballare, feste in piscina ed expo vintage, non manca anche quest’anno un occhio all’Italia underground, con (tra gli altri) The Gentlemens e One Horse Band. Quest’anno, come ogni anno: lunga vita al Festival Beat!
Written by Chiara Colli