Canzoni di un velluto morbido e rétro, storie fatte di un tessuto metropolitano d’altri tempi, il volto notturno e scarno di un Pigneto misterioso e intimo, che all’improvviso si trasforma nel set di un film anni Sessanta. A suonarne la colonna sonora è l’orchestrina minimale dei Wow, la creatura più elegante e “pop” nata e cresciuta nella borgata capitolina. Sicuramente il nome meno sommerso e devoto al rumore del quadrante Est di Roma, ma non per questo meno sincero e penetrante.
La canzone italiana anni 60, il beat e il pop sosfisticato, groove e spettralità, ninne nanne e immagini ipnotiche: la band di China Wow e Leo Non mantiene le proprie coordinate, ma acquisisce potenza andando per sottrazione. “Come la notte” lo immagini prendere forma mentre la luna è alta e dentro al Fanfulla vita reale e immaginata si confondono, lo spazio e il tempo che per qualche ora sono solo il gioco temporaneo di un gatto randagio, nero e morbido come il velluto. Una concerto che è letteralmente una boccata di aria fresca in tempi di post pandemia.
Written by Olivia Rumori