Dedicata a uno degli artisti più importanti dell’arte italiana del secondo Novecento, a un instancabile sperimentatore dell’arte concettuale, la mostra Vincenzo Agnetti. NEG: suonare le pause a cura di Luca Cerizza è costruita intorno alla riscoperta di un’opera a lungo scomparsa e presentata al pubblico per la prima volta in assoluto in questa occasione.
Il NEG, concepito e brevettato da Agnetti (Milano, 1926-1981) e poi costruito in collaborazione con la nota azienda di elettronica Brionvega nel 1970, venne utilizzato per la realizzazione di una sola opera (Vobulazione e Bieloquenza NEG, 1970, in collaborazione con Gianni Colombo), e andò perduto di lì a poco. Solo nel 2019 l’Archivio Vincenzo Agnetti, in collaborazione con l’azienda Recipient.cc di Milano, ha ricostruito il NEG attenendosi fedelmente al brevetto originale e utilizzando componenti d’epoca.
Nelle parole dell’artista il NEG è un “rivelatore di pause”, “un pausometro”, uno strumento per fare della “musica in negativo”. Agnetti ha infatti modificato un giradischi stereofonico per far sì che, in mancanza di suono che lo attraversasse, la macchina producesse un rumore bianco che desse così rilevanza al silenzio, alle pause della musica o del discorso. Operazione concettuale ma fortemente legata a una riflessione critica sulla società e sul consumo, il NEG continuava l’interesse di Agnetti per la macchina come strumento per interrogare i processi di alienazione della nuova civiltà tecnologica dell’epoca, come già avvenuto nella famosa Macchina drogata (1968). Più in generale il NEG è una tappa importante, per quanto poco conosciuta, della riflessione di Agnetti sul concetto di “negativo” che attraversa buona parte della sua pratica, come dimostrato anche dalla partecipazione dell’artista alla nota mostra Vitalità del negativo, a cura di Achille Bonito Oliva (Palazzo delle Esposizioni, Roma, novembre 1970 – gennaio 1971).
Intorno al NEG la mostra si muove in due direzioni. Da una parte presenta una selezione di opere che sono cronologicamente e tematicamente vicine al NEG (Vobulazione…, il Brevetto/NEG, gli Assiomi, il Libro dimenticato a memoria) e ricostruisce la riflessione teorica che Agnetti aveva elaborato intorno a quell’opera, attraverso materiali d’archivio in parte inediti. Dall’altra parte la mostra vuole portare il NEG e l’intuizione di Agnetti nel contesto contemporaneo. A questo scopo, alcuni musicisti di diversa estrazione (avanguardia, elettronica, improvvisazione, rock sperimentale) sono stati invitati a comporre brani appositamente pensati per essere concepiti ed eseguiti insieme al suono-pausa del NEG. La musica di Bellows (Giuseppe Ielasi & Nicola Ratti), Ricciarda Belgiojoso & Walter Prati, Gea Brown, Manuele Giannini & Alessandro Bocci (Starfuckers), Alessandra Novaga, è stata registrata in audio da Attila Faravelli e in video da Matteo Frittelli (Alto Piano) negli spazi di Standards a Milano. Presentate all’interno della mostra bolognese, queste performance danno suono e immagine a una pausa lunga cinquant’anni e finalmente interrotta.
Orari e prenotazioni:
La mostra è visitabile su prenotazione nei seguenti giorni e orari:
– 7 maggio, h 15-20: prenotazione obbligatoria ai numeri 051 6496632 / 6496637 nelle seguenti giornate e orari: 3 e 4 maggio h 16- 20; 5, 6 e 7 maggio h 10-20
– 8 e 9 maggio, h 10-20: prenotazione obbligatoria ai numeri 051 6496632 / 6496637 nelle seguenti giornate e orari: 3 e 4 maggio h 16- 20; 5, 6, 7, 8 e 9 maggio h 10-20
– dal 10 maggio al 13 giugno: venerdì, sabato, domenica h 15-20 con prenotazione obbligatoria allo 051 6496611
I dati rchiesti saranno utilizzati solo ai fini della prenotazione dell’evento.
Written by L.R.