Essere donna, fuori, per la strada, non è facile. Cammini e arrivano i commenti degli sconosciuti. Il catcalling, certo, che ormai grazie a Miranda Hobbes di Sex and the City sappiamo riconoscere e smontare. Ma anche le domande di chi si sente nella posizione di poter chiedere: «Così giovane e già fuma?», «Signorina, ma lei è un maschio o una femmina?».
Essere donna non è facile, specialmente quando non se ne accorge nessuno. E allora capita che si subiscano le richieste di chi non trova una definizione dell’altro da sé.
Gloria Giacopini lo racconta dal palco del Teatro Gobetti il 3 e 4 agosto, in Signorina, lei è un maschio o una femmina?, monologo ironico scritto con Giulietta Vacis sulla genesi della violenza di genere nelle nostre vite: dall’asilo ai primi amori, dal rapporto con le madri a quello con gli sconosciuti. Lo spettacolo chiude la rassegna Summer Plays del Teatro Stabile di Torino, nata l’estate scorsa per far irrompere i temi della contemporaneità nuovamente nelle nostre vite.
È un problema di genere, ma soprattutto di delegittimazione della libertà di essere chi vogliamo. Chissà che dal teatro in cui è avvenuta la prima esecuzione assoluta dell’Inno di Mameli, così di moda quest’estate, non si riesca a dare una rinfrescata alle parole che volano per le strade di questo Paese ricco di patriottici teorici del gender.
Written by Silvia Pevato