Dal 10 al 22 maggio l’attrice e cantante Roberta Lidia De Stefano, diretta da Maria Vittoria Bellingeri, sale sul palco del Teatro Arena del Sole di Bologna con il debutto di Kassandra, un adattamento dell’omonimo testo del drammaturgo franco-uruguayano Sergio Blanco.
Venerdì 13 maggio alla fine dello spettacolo l’autore incontra il pubblico insieme alla compagnia e a seguire, sempre presso il Teatro Arena del Sole, la serata si anima con il dj set Forget The Future di DJ Achille Lombardi A-KILLER vs KASSANDRA / styling KLYTO-KLYTOMNESTRA.
Sergio Blanco, mediante la tecnica dell’autofiction, si racconta in tutti i suoi lavori pur non essendo mai realmente in nessuno di questi, e traccia ritratti di persone e personaggi in cui vita reale e finzione si alternano, portando il pubblico a chiedersi continuamente se ciò che si vede in scena sia accaduto davvero o meno. Kassandra lo scrive nel 2009, passeggiando per le strade di un’Atene in piena crisi economica, ben lontana dalla prima città-stato che fu un tempo.
Da qui l’autore crea un ponte tra glorie passate e declino presente, attingendo alla mitologia greca e facendo rivivere alla protagonista del suo testo le stesse sorti della sacerdotessa Cassandra, ovvero colei che, dotata della facoltà di predire il futuro, venne condannata da Apollo all’incomunicabilità per aver rifiutato il suo amore: da quel momento tutti la considereranno una giovane pazza in preda a funesti deliri e per questo rimarrà inascoltata, anche quando i suoi presagi si avvereranno.
L’eroina di Blanco fugge dalla guerra di Troia e si rifugia cercando di sopravvivere in una nuova realtà. Come la donna del mito, Kassandra, pur nella marginalità, rivendica con determinazione la propria esistenza e il “diritto alla Verità”: i suoi monologhi toccano temi quali l’intolleranza per la cultura del diverso, la lotta di classe, il mancato riconoscimento dell’identità di genere e dell’orientamento sessuale
Nell’adattamento di Bellingeri e De Stefano la protagonista non agisce soltanto in termini di denuncia verbale, ma lotta in prima linea con il proprio corpo, ovvero mediante una memoria che passa in primis attraverso una fisicità ripudiata ed emarginata. La Kassandra contemporanea è perciò una personalità fluida, “in transito”, senza un’identità fissa né una provenienza specifica, sebbene parli con accento est europeo. È quindi una migrante senza casa e vive all’interno di una macchina, vendendo le sigarette e il proprio corpo. Comunica attraverso un uso elementare della parola, abbozzandola e modellandola alle sue esigenze, superando così la frontiera linguistica attraverso una volontà espressiva che fa di un grezzo inglese una sorta di artificio o, più propriamente, un “esperanto”, a tutti comprensibile.
Written by LR