L’ultima sessione del workshop a cura di Edoardo Mozzanega e Chiara Prodi, in collaborazione con la musicista e sound-designer Flavia Passigli. Dream of a tiger è una performance workshop-based. Centro del lavoro è una pratica di storytelling rituale e collettiva, attivata dai partecipanti che hanno fatto parte del working group. Durante il workshop sono state introdotte le tematiche della ricerca, insieme agli esercizi e alle pratiche di tessitura di narrazioni oniriche.

Il progetto fa parte di Residenza Studio residenza di tre artisti under 35 all’interno della sede dell’Associazione Alchemilla a Palazzo Vizzani.

Ingresso libero con prenotazione obbligatoria: edoardo.mozzenega@gmail.com | Replica h 21.30.

Dream of a tiger è il primo capitolo di una trilogia ispirata alla figura della tigre. Questa figura, così presente nella cultura pop e così lontana dalla nostra esperienza diretta, è per noi il centro catalizzatore per la raccolta di un archivio di storie che ci interrogano sulla triade Anima-Animale-Capitalismo. Il workshop è uno strumento per connettere queste storie apparentemente lontane dal nostro vissuto più intimo e per praticare forme di racconto orali e collettive. La pratica si apre alla fine alla comunità chiamata a testimoniare e a partecipare, abitando uno spazio fisico e sonoro allestito per essere condiviso dal pubblico e dai performer, come un grande tappeto: un luogo orizzontale di contemplazione, un luogo di riposo, di ascolto e di racconto, una soglia tra il sogno e la veglia, tra realtà e visione.

La dimensione del sogno, in cui le ontologie del cosiddetto “reale” vacillano, è il punto di origine della ricerca e la chiave essenziale per la costruzione del tessuto associativo tra le storie condivise.

Che cosa evoca la tigre? Chi racconta le storie che leggiamo sulle tigri? Cosa succede quando questa figura animale incontra le esperienze, le storie e i sogni delle comunità di partecipanti che incontriamo? Qui sul tappeto possiamo raccontare storie diverse, aprire delle crepe nel modo di intendere il reale e sperimentare modi sovversivi di relazione con l’alterità.