Mi piace pensare che l’arpa sia lo strumento protagonista dell’iconografia pittorica religiosa occidentale, perché nell’anno Mille un cherubino scese sulla terra annunciando che un giorno questa valle di lacrime sarebbe stata rinfrancata da Santa Mary Lattimore da Los Angeles. Classe 1980, Mary incanta da ormai dieci anni con i suoi loop liquidi e onirici. Una psichedelica angelica che fa vibrare cuore e anima ed è in grado di fare proseliti tra i seguaci dell’elettronica come della neo-classica.
All’attivo album per etichette come Thrill Jockey e Ghostly International, su cui ha fatto uscire la maggior parte delle sue pubblicazioni, nonché collaborazioni di primissimo livello, come quella con i Growing per il disco “Gainer”: due tracce di oltre quindici minuti l’una in cui droni e arpa si rincorrono e assomigliano a squarci di luce intensa in una mattina plumbea e livida. Stasera presenta l’ultimo “Goodbye, Hotel Arkada”: un live da conversione immediata.
Prenotazioni: grabinskipoint@gmail.com
Written by Nicola Gerundino