Nato vent’anni fa in un momento in cui il genere biografico nel cinema e in Italia era abbastanza di nicchia, Biografilm (e il suo direttore artistico dell’epoca, Andrea Romeo) capì con anticipo che l’innovazione del linguaggio del digitale non stava tanto nella realizzazione degli effetti speciali, ma nel cinema documentario, ovvero nella capacità di filmare a basso costo per tantissime ore delle storie personali e mai rappresentate sul grande schermo e utilizzare materiale d’archivio. Un’esplosione, quella dei biopic, resa poi palese dal successo internazionale di Sugar Man, portato in anteprima in Italia proprio da Biografilm e fonte d’ispirazione per la nascita di I Wonder Pictures, casa di distribuzione di documentari legata al festival oggi tra le più importanti d’Italia.
Venti di vita è il titolo dell’edizione del ventennale, 77 i film in programma a Bologna dal 7 al 17 giugno 2024 e visibili in tutta Italia sulla piattaforma streaming MYmovies ONE per un programma che si aprirà con Hors du Temps di Olivier Assayas, presente in sala per ricevere il Celebration of Lives Award.
La serata di premiazione sarà invece domenica 16 giugno con l’anteprima italiana diTurn in the Wound di Abel Ferrara, anche lui sul palco del Cinema Arlecchino: un documentario poetico sull’esperienza della guerra in Ucraina con Patti Smith che canta e interpreta le parole di Artaud, Daumal e Rimbaud.
Altro grande ospite atteso è il celebre fotografo Joel Meyerowitz, in sala lunedì 10 giugno per Two Strangers Trying Not to Kill Each Other di Jacob Perlmutter e Manon Ouimet sulla sua storia d’amore con l’artista Maggie Barrett.
E spicca anche la presenza del compositore Andrea Laszlo De Simone autore della colonna sonora di uno dei film di fiction più interessanti di quest’edizione, ovvero The Animal Kingdom di Thomas Cailley, un’avventura in un futuro prossimo in cui misteriose mutazioni trasformano gli esseri umani in ibridi animali (sabato 8 giugno all’Arlecchino).
Biografilm 2024 ospita poi l’omaggio al cinema catodico di Paolo Caredda, compianto regista e scrittore genovese e genoano, laureato al DAMS di Bologna e membro di una generazione che affonda le radici nelle atmosfere degli anni Novanta (non a caso contribuì al lancio italiano di canali come MTV, Tele+ e Discovery).
I macro-temi che legano le tante proiezioni sono molti, a partire da una delle nostre sezioni più amate, Art & Music, dove troviamo: Una vita all’assalto di Paolo Fazzini e Francesco Principini con gli Assalti Frontali e la loro inarrestabile voglia di fare musica e di cambiare il mondo; Teaches of Peaches di Philipp Fussenegger e Judy Landkammer sulla stravagante Peaches, in una miscela di gemme d’archivio e riprese avvincenti del suo tour; Uzeda – Do It Yourself di Maria Arena sui mitici Uzeda e il loro contesto geografico; Südtirock – Suoni di confine di Armin Ferrari e Jadel Andreetto che raccontano quindici anni di storia del Sudtirolo, tra tensioni etniche che superano il livello di guardia, mentre l’Heavy Metal e il punk premono sull’acceleratore.
Il corpo come soggetto politico è il filo che attraversa lavori come Reas di Lola Arias, regista argentina che avevamo già apprezzato a teatro e a Bologna con il suo bellissimo Lingua Madre, stavolta alle prese con un film in parte documentario, in parte musical, che parla di comunità e di legami in grado di mantenere viva la speranza in un luogo di violenza; Il frastuono e il silenzio di Giampaolo Penco che legge il capitolo finale della vita di Toni Negri, filosofo e tra i maggiori teorici del marxismo operaista, fondatore di Autonomia Operaia, considerato in Italia “il cattivo maestro” degli anni di piombo, scomparso poco tempo fa a 90 anni a Parigi; o L’Abbé Pierre – Une Vie de combats di Frédéric Tellier che ci fa conoscere Henri Groues, fondatore di Emmaus e umanista pronto ad aiutare i più bisognosi che ha lasciato il segno con il nome di Abbé Pierre.
Sono molte anche le storie di affermazione dell’identità e autodeterminazione a partire dal già sold out Romina di Valerio Lo Muzio e Michael Petrolini, ventenne di seconda generazione cresciuta nella Bolognina, che ci ricorda la crucialità dello sport come presidio nelle periferie; ma anche Life Is Beautiful, la storia di come il regista Mohamed Jabaly ha lottato per i suoi diritti di palestinese e di cineasta, quando è rimasto bloccato in Norvegia per circostanze indipendenti dalla sua volontà.
Non manca ovviamente l’attenzione alla salvaguardia dell’ecosistema, così in I Am the River, the River Is Me di Petr Lom un viaggio in canoa sul Whanganui, fiume sacro per i Maori, che invita a riflettere sul ruolo dell’umanità nel pianeta in cui abita e As the Tide Comes In di Juan Palacios e Sofie Husum Johannesen che racconta le vicende di una comunità alle prese con il cambiamento climatico e le minacce concrete alla loro vita quotidiana nella piccola isola danese di Mandø, raggiungibile solo due volte al giorno, quando la bassa marea lascia affiorare una stradina che la collega alla terra ferma.
Infine, tra gli altri film che abbiamo segnato in agenda:
- Jardin noir di Alexis Pazoumian ci porta nella terra di un conflitto secolare, radicato tra le macerie dell’Impero russo, nella regione del Nagorno-Karabakh;
- Un paese di resistenza, con le registe Shu Aiello e Catherine Catella che tornano a Riace, dove dopo vent’anni di armonia, l’arresto del sindaco Lucano costringe il paese modello per l’accoglienza dei migranti a un doloroso dilemma: resistere o scomparire;
- Prima della fine. Gli ultimi giorni di Enrico Berlinguer di Samuele Rossi per una rinnovata ricostruzione di una settimana del 1984 che sconvolse l’Italia: dalle avvisaglie del malore al funerale di Enrico Berlinguer;
- Il Vangelo secondo Ciretta di Caroline von der Tann, storia tenera e malinconica della lotta di Ciretta, performer devoto alla Madonna, nella Napoli del turismo e della speculazione;
- La Storia il romanzo dello scandalo di Silvia Luzi, ritratto di Elsa Morante e della sua opera immortale;
- ... ned, tassot, yossot di Brigitte Weich esamina con discrezione le strutture di controllo in una dittatura come la Corea del Nord, aggiungendo profondità all’immagine spesso un po’ grottesca di questo Paese.
Written by Salvatore Papa