Il quarto e ultimo appuntamento della prima parte di COLLAGENE, la rassegna multidisciplinare di DAS – Dispositivo Arti Sperimentali (via del Porto 11/2). Una serata davvero ricca in cui saranno presentati cinque lavori, tra performance e installazioni, che attraversano i temi della trasformazione, della relazione tra realtà e mondo virtuale, della rivendicazione femminista.
L’ingresso è gratuito con tessera ARCI, a partire dalle ore 19.00.
Fra i lavori in programma, Frammenti di una matrice pronta a esplodere del duo molom (Milena Berta, scultrice e Alessandro Petrelli, sound designer) è una performance di 25 minuti dedicata alla trasformazione della materia. Nel corso della pièce la pietra viene incisa dal vivo dalla scultrice, mentre il suono dell’atto viene rielaborato live elettronicamente.
Emanuele Serpe presenta invece Paesaggio, un’installazione allestita nella sala polivalente di DAS che esplora il legame tra il concetto di Terzo paesaggio e l’idea di mostro. Lo spazio, mediante materiale organico e ceramica, si trasforma in un luogo postumano e selvatico, ricreando così un possibile futuro. «Ma come può un’opera fissare qualcosa che appare per la prima volta e muta continuamente?» si chiede l’artista, dichiarando che l’installazione vuole essere una sorta di «diorama di un paesaggio immaginario, improduttivo e residuale, dove osservare il mostruoso sotto un’altra ottica».
Dedicate al mondo virtuale e digitale sono invece due performance audiovisive: una basata sul live coding [she[l]d], del media artist lixt (Rafael Bresciani), che altera dal vivo siti di informazione attraverso il codice informatico dietro alle pagine, per una riflessione sulla manipolazione della notizia e della narrazione mass mediatica e del web; e Data Shapes di Rosario Grieco, che crea uno spazio immaginario dove poter vedere, sentire, osservare i movimenti di entità astratte come i dati.
In questa serata di chiusura della prima parte di rassegna, ci sarà anche Collettivo Rosole, un gruppo di artiste che lavora all’uncinetto esplorando questa pratica come mezzo di espressione artistica e rivendicandola come un’affermazione femminista. C.A.R.E. – Crochet Art Reclaims Empowerment è un’installazione multisensoriale, frutto di laboratori di uncinetto che è stato sperimentato come strumento di conoscenza personale, scambio collettivo, e modalità di abitare lo spazio del margine.
Written by LR