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Fri 13.06 2025 – Sun 15.06 2025

Oltre i marciapiedi, un quartiere per chi?

Where

Bologna
Bologna

When

Friday 13 June 2025 – Sunday 15 June 2025

How much

free

Organizaer

Bolognina Come Stai

Ex Caserma Sani

Tre diverse iniziative attraverseranno il quartiere della Bolognina mettendo in luce le contraddizioni e le carenze di una risposta istituzionale che crediamo essere insufficiente e inadeguata, al contempo mostrando le possibilità per scrivere insieme un futuro diverso.

PROGRAMMA

Venerdì 13/06 h, 17 – 22 @ Parco antistante l’ex Caserma Sani (ingresso da via Parri) – FESTA SPAZIALE info su https://resistenzespaziali.noblogs.org/

Sabato 14/06 – TREKKING URBANO E PASSEGGIATA ALL’IPPODROMO
Prima parte: ore 14 – dal Dopolavoro di via Serlio
Seconda parte: ore 17:30 – dall’Ippodromo di via di Corticella info su https://www.bolognaforclimatejustice.it/

Domenica 15/06 h.17.30 @Fondo Comini “LADRI DI MARCIAPIEDI – AUTOINCHIESTA AD ALTA VOCE


Negli scorsi giorni l’Amministrazione comunale ha annunciato un piano che è stato definito come funzionale a “riprenderci i marciapiedi della Bolognina”, secondo le parole dell’assessora alla sicurezza e al welfare. Oltre i proclami sensazionalistici, quello che la Giunta ha previsto è l’assegnazione di alcuni spazi sfitti, di proprietà di Acer, ai piani terra e un vago “rafforzamento delle azioni di prossimità già attive per contrastare l’emarginazione adulta”. L’obiettivo dichiarato è ovviamente quello di migliorare la “sicurezza” del quartiere.
Da un lato riconosciamo il passo in avanti: finalmente si comincia a parlare di mettere a disposizione luoghi inutilizzati. Al contempo, vediamo tutta l’insufficienza di una misura che si concentra solamente su pochi spazi di ridotte dimensioni, a fronte di un’esigenza diffusa di questi.
Non ci convincono del tutto i percorsi di coprogettazione, che sembrano funzionare più come forma di controllo e di deresponsabilizzazione politica da parte degli amministratori, che come reale riconoscimento del valore delle esperienze attive in quartiere. Abbiamo già avuto esperienza di cosa intenda l’amministrazione per “laboratori partecipati”: contesti in cui le decisioni più importanti sono già prese. Anche per questo vigileremo quindi sulle modalità di assegnazione di questi spazi, presentando comunque delle proposte per i tanti progetti che vivono nelle nostre assemblee in quartiere.
Ma non siamo interessati solo al nostro giardino. Parlare di “spazi” per noi vuol dire pensare a come i piani urbanistici stanno distruggendo la città. La cementificazione continua incessantemente con la proliferazione di Student Hotel per studenti facoltosi. E dove non ci sono gli studentati per ricchi ci sono spazi abitativi costosissimi in grado di provocare un innalzamento sproporzionato del costo della vita, degli affitti e degli immobili. E per connettere il tutto? Strade, stradoni e bretelle, parcheggi e nuovi supermercati che fanno esplodere il consumo di suolo. La cementificazione degrada l’ambiente d spazio fisico vitale e sociale a spazio di consumo, produce isolamento e marginalizzazione.In questo contesto un paio di domande sorgono spontanee: gli spazietti microscopici gentilmente messi a bando saranno controbilanciati dall’uso della Caserma Sani a scopi commerciali? Perché questo è quello che sappiamo ad ora dei progetti, eppure siamo ancora in tempo per tornare indietro. E ancora: l’area dell’ex-Ippodromo vuole essere il nuovo spazio commercializzato del quartiere Navile? Si sappia che progetti alternativi ci sono.
Infine una questione dirimente riguarda il modello adottato. Quella degli spazi è certamente una necessità, ma non l’unica. Rispetto alla situazione di disagio che attraversa il quartiere, il provvedimento rischia di implementare la risposta sanitaria (che dovrebbe essere compito dell’AUSL e non del Comune di Bologna) invece che la risposta sociale in strada, segno della mancanza di dialogo tra due istituzioni della città in un periodo di crisi sociale e sanitaria. L’obiettivo non dovrebbe essere quello di “placare” la frustrazione di chi vive il quartiere con un’operazione estetica, ma affrontare il problema alla radice, ossia con le persone coinvolte.
Perché il punto è questo: il quartiere continua ad essere raccontato e pensato come un luogo che deve essere semplicemente controllato. E invece deve essere reso vivo e vivibile, dalle fasce popolari in primis, inclusivo e aperto all’incontro tra esperienze, vissuti ed esigenze differenti.
A fronte di questo, crediamo che le voci di chi i territori li attraversa vadano sempre al primo posto. In questi mesi, con i nostri percorsi, siamo partite/i dalle strade, dalle piazze, dai mercati, dalle inchieste, dai bisogni e dai desideri di chi vive il quartiere e in questa direzione intendiamo continuare ad avanzare.

Written by LR