Continua il ciclo di incontri tematici “Le mani su Bologna” a cura di Pratello R’Esiste e Circolo Granma.
Dopo aver analizzato gli effetti della foodification ne “Il cibo che ci mangia” di giugno scorso e la speculazione urbanistica con “L’inganno della rigenerazione urbana” a settembre, arriva un incontro focalizzato sul lavoro nelle città, insieme a Marta Fana, ricercatrice tenure track in economia applicata presso il Dipartimento di scienze economiche e aziendali dell’Università di Parma, autrice di “Non è lavoro è sfruttamento” (Laterza, 2019) e co-autrice di “Basta salari da fame” (Laterza, 2019), e Gianluca De Angelis, ricercatore Ires Emilia-Romagna e autore dell’inchiesta sociale “Città del lavoro o città della rendita” (2024), accompagnati e moderati da Alessandro Canella e Salvatore Papa.

Nelle città funestate dal carovita, il lavoro non funziona più da ascensore sociale. In molti centri urbani gli elementi che determinano il benessere o anche la semplice sussistenza sono slittati dai salari alle rendite. In assenza di proprietà immobiliari famigliari, i salari che fino a qualche anno fa erano considerati dignitosi oggi si rivelano insufficienti a fronteggiare l’inflazione di beni essenziali, come la casa, le utenze energetiche e l’alimentazione.
In aggiunta a ciò, i settori produttivi in forte espansione, come il turismo e la ristorazione, offrono lavori a basso valore aggiunto, con precarietà diffusa, alte percentuali di intercambiabilità di forza lavoro e paghe da fame.
Insieme ai relatori cercheremo di capire le ragioni che hanno determinato un fenomeno in continua espansione come quello dei “working poors”, certificato anche dall’Istat, quanto le politiche urbane abbiano favorito questi processi e se i territori abbiano strumenti a disposizione per contrastarli o tutto è demandato al governo nazionale.