L’apertura del festival di musica contemporanea affidata al long string instrument della musicista statunitense.
Da più di 30 anni Ellen Fullman è impegnata nello sviluppo della propria installazione, il Long String Instrument, che esplora l’acustica di vasti spazi risonanti attraverso le sue composizioni e improvvisazioni collaborative. È stata insignita di numerosi premi, commissioni e residenze, tra cui: Foundation for Contemporary Arts Grants to Artists (2015); Center for Cultural Innovation Grants (2008 and 2013); Japan/U.S. Friendship Commission/NEA Fellowship for Japan (2007); and DAAD Artists-in-Berlin residency (2000).
La Fullman ha ampiamente testimoniato su disco il lavoro con il suo insolito strumento. Alcuni esempi sono The Long String Instrument (Superior Viaduct, 2015), originariamente pubblicato dalla Apollo Records nel 1985 e scelto dalla rivista The Wire come “ristampa dell’anno” nel 2015; Through Glass Panes (Important Records, 2011); Fluctuations, con la trombonista Monique Buzzarté (Deep Listening Institute, 2007) e Ort, registrato con il suo collaboratore berlinese, Konrad Sprenger (Choose Records, 2005).
Il lavoro della Fullman è citato da Alvin Lucier nel suo Music 109: Notes on Experimental Music (Wesleyan University Press, 2012) e da David Byrne in How Music Works (McSweeney’s, 2012, trad. it. Come funziona la musica, Bompiani, 2014).
Ellen è stata invitata a tenere una Distinguished Alumni Lecture nel 2016 per il Kansas City Art Institute.
www.ellenfullman.com
Written by Salvatore Papa