Ho fatto un sogno ricorrente negli ultimi due anni. Un sogno gabber: Timeshift che taglia le distanze col centro città, si sposta al Kindergarten e cancella due paroline dal proprio vocabolario: “tessera” e “associativa”, nefaste come poche altre cose per almeno due generazioni di bolognesi adottivi.
Stento quasi a crederci oggi, quando manca solo qualche giorno al primo party dell’anno e tutto pare allinearsi secondo le mie visioni a tinte neon. Persino la presenza in cartellone di una macchina da guerra come Wrong Assessment, il dj onnipresente nel Mulino che vorrei, uno che l’ultima volta non si mosse dai controlli per più di sette ore, regalandomi un after delirante e beffardo. Realizzai per la prima volta, infatti, che oltre a non avere avuto un–motivo–uno per alzarmi dal letto il giorno precedente, mi ritrovavo a non averne più uno neanche per andare a dormire.
Mi convinco che sia tutto vero mentre sparo in cuffia un pezzo dei Tinfoil, quattro mani tutte irlandesi che spingono uno strano mix di hard techno, acid e electro. Roba che dal vivo suonerà incandescente, o almeno questo è ciò che pensa la mia crew in questi giorni di incalzante attesa, mentre ripeschiamo dall’armadio quella solita t-shirt che ormai inizia a perdere l’inchiostro ma non smette di ricordarci di tutto ciò che abbiam visto e sentito assieme.
Written by Gabber Vicinanza