C’è un “capannone” sulla via Emilia, a San Lazzaro, progettato nel 1960 dagli architetti e designer Achille e Pier Giacomo Castiglioni per il designer bolognese Dino Gavina con un interesse per l’architettura rurale dei fienili e delle fattorie tipica del paesaggio emiliano. Tre piani che per decenni hanno ospitato alcuni dei più grandi designer e artisti internazionali: da Lucio Fontana a Man Ray, da Carlo Scarpa a Marcel Duchamp. Lì dentro ha aperto il 20 aprile 2018 la Fondazione Massimo e Sonia Cirulli, la nuova istituzione privata dei due collezionisti che negli anni 80 emigrarono negli Stati Uniti e lì iniziarono a comperare arte con un solo scopo: ricreare lo zeitgeist del ventesimo secolo italiano coniugando le diverse forme d’arte. Migliaia di opere tra manifesti pubblicitari d’epoca, dipinti, sculture, fotografie e fotocollage, disegni artistici e disegni progettuali che verranno di volta in volta esposti in questo nuovo luogo di “cultura materiale” dove – come afferma Marco Sammicheli, membro del Comitato Scientifico internazionale – “la pittura, il design, la grafica non avranno timore di confrontarsi con la scultura, l’architettura e le discipline del ‘900 senza alcuna nostalgia, ma con la volontà di aprirsi agli artisti contemporanei”.
Ad accogliere il visitatore all’ingresso dell’edificio una scultura di Takahama, un grande trasformatore in ceramica e ferro realizzato per la Triennale di Milano del ’56 e acquistata da Gavina; sulla porta d’ingresso una frase di Walter Gropius: Forse l’Italia è destinata a chiarire su quali fattori della vita moderna dobbiamo fondarci, per recuperare il perduto senso della bellezza e promuovere, nell’era industrializzata, una nuova unità culturale.
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Fondazione Massimo e Sonia Cirulli
Contacts
Fondazione Massimo e Sonia Cirulli
Via Emilia, 275
San Lazzaro di Savena
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